Economia
La docuserie Rai "I ragazzi delle scorte" porta bene alla casa di produzione H24 Italia di Falzetti
Il giudice delegato del tribunale di Roma Barbara Perna ha aperto il concordato in continuità dell’azienda, che si trova in stato di insolvenza, confermando Fulvio Muller quale commissario
H24 Italia, la docuserie Rai sugli agenti uccisi negli agguati di mafia nel 1992 porta fortuna alla casa di produzione
"I ragazzi delle scorte", la docuserie andata in onda su Rai3 in otto episodi vincitrice del premio nazionale “Paolo Borsellino” che ricorda gli agenti delle scorte uccisi negli agguati di mafia del 1992 assieme ai giudici Giuseppe Falcone e Paolo Borsellino, ha portato fortuna alla sua casa di produzione H24 Italia dell’attore e regista Fabio Massimo Falzetti.
Qualche giorno fa, infatti, Barbara Perna giudice delegato del tribunale di Roma, ha aperto il concordato in continuità dell’azienda, che si trova in stato di insolvenza, confermando Fulvio Muller quale commissario e fissando il voto dei creditori sul piano concordatario tra il 3 e il 19 febbraio del 2025. H24 Italia nata nel 2012 è diventata leader nella produzione di video su fatti di cronaca (in diretta e registrata) e ha ottenuto dal gruppo Gedi la commessa per la fornitura e gestione della parte video dei quotidiani La Repubblica e La Stampe e del settimanale Espresso (poi ceduto) e la commessa per la fornitura di immagini in diretta a SkyTg24. Poi però la crisi dell’editoria ha visto i due committenti imporre tagli sui contratti e ciò ha determinato il crollo dei ricavi del 27% fino a che nel 2022 Sky Italia, ultimo cliente rimasto, ha chiuso la commessa.
Di qui il riposizionamento del business nei prodotti video per soggetti istituzionali tanto che lo scorso anno a H24 Italia è stata assegnata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri la commessa per la realizzazione della citata serie, seguita dall’assegnazione della commessa per la produzione di campagne istituzionali sempre per Palazzo Chigi. Tutto questo ha convinto il tribunale, scartando la strada della liquidazione, a dare via libera al piano di concordato che si basa su un attivo di 423mila euro e che generà in tre anni flussi netti al servizio del debito per 250mila euro.
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