Economia

“La finanza etica al centro, stop al credito per le armi”

A maggio sarà rinnovato il consiglio di amministrazione di Banca Etica. L’ex direttore generale Alessandro Messina è candidato alla presidenza, in vista della prossima assemblea generale della cooperativa. Lo abbiamo intervistato

di Marco Scotti

Banca Etica, intervista all'ex direttore generale Alessandro Messina 

«Serve un grande cambiamento. Per riconciliarsi con i valori fondanti della cooperativa, quelli della finanza etica. Non dobbiamo essere risucchiati nelle perverse dinamiche delle cattive cooperative bancarie, che sappiamo dove portano. Dobbiamo guardare con maggiore attenzione ai finanziamenti al terzo settore. E fare definitivamente chiarezza sui prestiti destinati all’esportazione di armi. Per formare il nuovo consiglio di amministrazione abbiamo scelto di aprire una selezione pubblica, promossa on line e sui social, che si è chiusa il 3 febbraio. Tutto all’insegna della massima trasparenza». Lo dice ad Affaritaliani, Alessandro Messina, socio della prima ora ed ex direttore generale di Banca Etica.

Dottor Messina, cosa l’ha spinta a presentarsi come candidato presidente alla prossima assemblea generale della cooperativa?

La scelta è maturata dopo mesi di riflessioni e confronti con tante persone e organizzazioni socie della banca. Ho così deciso di cogliere la sollecitazione del “Comitato Re:start Banca Etica 2025” per rispondere a una richiesta autentica e spontanea di cambiamento, che nasce dalla base sociale della cooperativa. Una parte dei soci chiede chiaramente ai vertici della banca di fermarsi e di valutare ciò che non sta funzionando. E di riconciliarsi con i valori fondanti della cooperativa, quelli della finanza etica.

Cosa non sta funzionando in Banca Etica oggi?

Un punto nodale è il calo della partecipazione dei soci, sempre meno coinvolti nelle decisioni chiave. Senza dialettica e pluralismo i punti di forza di una cooperativa si perdono, e restano solo le aree di inefficienza o cattiva governance. Dopo aver cambiato lo statuto ad personam, nel 2021, con il voto favorevole di solo il 6% dei soci, e dopo un’elezione a lista unica, nel maggio 2022, è tempo di affrontare questi nodi, se non si vuole essere risucchiati nelle perverse dinamiche delle cattive cooperative bancarie, che sappiamo dove portano. Alle cruciali questioni di governance, si aggiungono quelle di business: manca innovazione di prodotto, cresce l’insoddisfazione dei clienti e correntisti, anche i più motivati, i finanziamenti al terzo settore sono in calo, nonostante forte e generalizzata sia la domanda di credito. E poi c’è la questione, per niente secondaria, dei rapporti di Etica Sgr, la società di gestione del risparmio del gruppo, con partner coinvolti nel finanziamento delle esportazioni di armi. Crediamo sia il momento che la Banca affronti con chiarezza e franchezza tali criticità, mettendo in atto misure concrete per superare le contraddizioni che la riguardano, e non si fermi a dichiarazioni vaghe di principio.

A proposito di modelli di partecipazione, il Comitato Re:Start sta già di fatto sperimentando e costruendo un metodo…

È vero, si tratta di un aspetto a cui teniamo molto. Stiamo conducendo incontri diretti, con gruppi ristretti di persone, mescolando linguaggi e culture, per favorire lo scambio e l’interazione su una materia complessa quale è la finanza. È così che sta prendendo corpo il nostro programma di lavoro. Ascoltare le voci dei soci è molto motivante per tutti noi. Sentire come ci sia ancora adesione ai principi fondanti della cooperativa, e come ancora le persone chiedano azioni coerenti per rilanciare il progetto e le ambizioni iniziali di una “banca etica”, ci rende consapevoli del bisogno di attivarci tutti e tutte.

Quindi, entrando più nei dettagli, cosa prevede concretamente il vostro programma?

Entro fine mese sarà pubblicato il programma completo, frutto del coinvolgimento dei soci. Nella prima bozza (disponibile a questo link, ndr) sono già indicati i principi generali e le maggiori azioni che abbiamo intenzione di realizzare: il rilancio sostanziale degli impieghi, verso il terzo settore e le piccole imprese “ad impatto”, una innovazione nel posizionamento di Etica sgr e dei suoi prodotti, anche per risolvere le citate contraddizioni verso le banche armate o gli investimenti controversi, una radicale trasformazione degli strumenti e dei modi della partecipazione, un rilancio della succursale spagnola Fiare, che richiede coerenti scelte dal punto di vista societario e di business per uscire dalla fase attuale di galleggiamento (dopo dieci anni i clienti spagnoli ancora non possono accedere ai mutui casa). Trasversale, tra Italia e Spagna e su tutte le linee di sviluppo, sarà puntare alla soddisfazione dei clienti, dei correntisti, sviluppando prodotti finanziari innovativi e idonei ai bisogni attuali.

Uno dei prossimi step sarà quello di presentare, entro la fine di febbraio, una lista di candidati per il cda. Avete già un’idea?

Per formare il Consiglio di amministrazione abbiamo scelto di aprire una selezione pubblica, promossa on line e sui social, che si è chiusa il 3 febbraio. La scelta di rendere aperto l’avviso di selezione è stata dettata dal desiderio di attrarre le risorse migliori della società. Siamo rimasti stupiti dal numero e dalla qualità dei curriculum ricevuti. Adesso siamo in fase di selezione, attenta e scrupolosa, perché vogliamo creare una squadra di livello, formata da alte professionalità nel campo finanziario e imprenditoriale, appassionata ai valori della finanza etica e ai grandi temi del nostro tempo. Vogliamo una squadra capace di sprigionare visioni coraggiose sulla società e sull’economia. Entro pochi giorni saremo in grado di presentare anche la lista.

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