Economia
Lagarde ha la sua prima grana. I banchieri di Deutsche e Ubs
I banchieri europei lanciano un monito alla Bce in vista della prossima riunione del 12 settembre: un ulteriore taglio dei tassi porterebbe più danni che benefici. Ieri i ceo di due grandi istituti si sono esposti con inusuale schiettezza contro la politica ultra-accomodante della banca centrale affidata a Chrisitine Lagarde, dopo il passaggio di consegne con Mario Draghi.
Ha cominciato, secondo quanto riportato da MF-Milano Finanza, il numero uno di Deutsche Bank Christian Sewing, con un lungo intervento nel corso di un convegno a Francoforte. Il ceo della prima banca di Germania ha individuato tre difetti nella politica monetaria della Bce. Anzitutto, colloqui con 285 clienti corporate di Deutsche hanno convinto Sewing che ulteriori tagli dei tassi non sortiranno effetto sull’economia reale.
Non spingeranno cioè le piccole e medie imprese ad aumentare il ricorso al credito e gli investimenti. Anzi, secondo i calcoli di Deutsche, gli interessi negativi stanno penalizzando i risparmiatori europei - che perdono 160 miliardi l’anno - e avvantaggiando chi ha già contratto debiti o investito sui mercati. Con la conseguenza perversa di aumentare la diseguaglianza economica all’interno della società, generando effetti redistributivi a vantaggio dei più ricchi.
Molto critico anche il ceo di Ubs, Sergio Ermotti verso l'inizio della gestione Lagarde. Secondo Ermotti, invece, "i tassi negativi erodono i risparmi e danneggiano i sistemi previdenziali".