Lavoro, Marina Calderone ad Affari: "Renzi completi il Jobs Act e.."
Ecco le richieste dei consulenti del lavoro a governo e Parlamento: l’intervista al presidente, Marina Calderone
“Io credo che il Festival ancora una volta si sia confermato per quella che è la sua vocazione. E’ un punto di incontro di tante esperienze e soprattutto di soggetti che hanno ruoli e responsabilità diverse. Abbiamo avuto i rappresentanti delle istituzioni, del mondo politico e imprenditoriale, delle associazioni sindacali dei lavoratori. Senza dimenticare la componente delle professioni e l’Europa”. Lo spiega Marina Calderone in una videointervista al direttore di Affaritaliani.it, Angelo Maria Perrino, a conclusione del Festival del Lavoro.
Il presidente del Consiglio Nazionale dell'Ordine dei consulenti del lavoro aggiunge: “Abbiamo creato quel melting pot di culture che a noi piace tanto. Il ruolo delle categorie – e della nostra in particolare – è quello di favorire i momenti di confronto, senza scrivere una storia che per forza deve avere una fine annunciata”
ECCO LA VIDEO INTERVISTA A MARINA CALDERONE
DEL DIRETTORE DI AFFARI, ANGELO MARIA PERRINO
Il vostro focus è il lavoro. Cosa si può dire di nuovo su questa parola ‘antica’?
“E’ un lavoro che sta cambiando, cambiano le prospettive. Abbiamo una riforma ancora da riempire di contenuti. E degli appuntamenti con il Jobs Act che – nel corso di quest’anno – vedranno partire degli strumenti che saranno punto di riferimento di un passaggio culturale”.
Il Jobs Act sta creando dibattito e divide molto. Lei è a favore o sta con i critici?
“Io sono una professionista, un soggetto che cerca di guardare al provvedimento e a quelle che possono essere poi le possibili ricadute. Al momento sappiamo che, più del Jobs Act, ha fatto il sistema di incentivi concesso alle aziende nel 2015 per l’assunzione dei lavoratori a tempo indeterminato. Dai dati del 2016 vediamo che questa leva positiva si è un po’ attenuata per effetto del ridimensionamento. Penso che – accanto a una buona norma – poi ci debbano essere anche degli interventi congiunturali ed economici che consentano alle imprese non solo di poter assumere i lavoratori, ma poi di garantire loro delle condizioni di lavoro stabili. Ma per avere stabilità ci deve essere un costo del lavoro più accettabile. Quindi con un’importante riduzione di quelli che sono gli oneri, di riduzione del cuneo fiscale e contributivo. E poi…”
Poi?
“Occorre creare il presupposto su cui gestire quell’accompagnamento al lavoro che oggi manca sicuramente. Per questo guardo con molta attenzione all’ultimo pilastro della riforma. Ossia quello dell’Agenzia Nazionale per le politiche attive del lavoro. Ha una funzione importantissima. Come dicevo prima è un salto culturale. Dall’assistenzialismo puro bisogna cambiare la mentalità degli italiani e farli diventare soggetti in movimento. Il lavoro non lo trovi sul gradino di casa, bisogna mettersi in gioco e riqualificarsi o essere formati per un’attività”
Che agenda suggerisce al Parlamento?
“Completare il percorso del Jobs Act con tutti i decreti che ancora mancano. Dando attuazione agli strumenti di politica attiva. Chiudere il decreto sul Jobs Act degli autonomi: dando anche al lavoro autonomo una pari dignità in senso generale e a quello degli Ordini professionali. E poi intervenire in modo stabile sulla riduzione degli oneri lavorativi e sul costo del lavoro che sopportano le nostre imprese”.
Il Papa ha detto parole importanti che l’hanno anche commossa sul tema del lavoro…
“Mi hanno commosso perché un messaggio di Papa Francesco che attribuisce alla categoria un ruolo di responsabilità così evidente – ossia farsi promotori di un lavoro che dia dignità alla persona – credo valga più di mille parole che può spendere un presidente nei momenti di incontro con i propri iscritti. Il Papa ci ha attribuito una responsabilità, ci ha richiamato al fatto che l’essere professionisti e tecnici non è tutta la nostra storia. Ma che il nostro quotidiano parla di impegno civile”
L’anno prossimo dove farete il Festival?
“Ne parleremo con i nostri collaboratori, perché il Festival si fa grazie ai tanti ragazzi che lavorano con spirito di abnegazione…”
Avete riunito 4mila consulenti…
“Sì siamo anche oltre. Siamo vicini ai 4800…”
Quasi un partito…
“Questo mai, noi siamo dei professionisti (sorride, ndr)”