Economia
Le sanzioni alla Russia? Un flop. Così Cina e India fanno affari d'oro
La city di Londra è ovviamente fiera garantista della linea dura inglese: niente Putin niente soldi russi, niente materie prime russe
Dal punto di vista logistico molte navi, spesso carrette del mare, hanno trovato una nuova vita nella flotta fantasma. Le navi, spesso vecchie e da rottamare, vengono rilevate per trasportare petrolio e altri prodotti. Spegnendo i transponder queste navi svaniscono dai radar divenendo fantasmi. Quando scaricano il petrolio in porti “amici” lo stesso viene poi mischiato con petroli provenienti da altre aree, alterando i parametri di tracciabilità (come l’API) e rendendo quel petrolio “internazionale”.
In numeri? La flotta fantasma cresce. Secondo gli analisti di Trafigura la flotta fantasma ora conta circa 600 vascelli di differenti dimensioni: circa il 10% delle petroliere mondiali e il 7% delle navi trasporta liquidi. Prima del conflitto le importazioni di petrolio dell’India dalla Russia erano intorno al 1%. Dall’inizio del conflitto le importazioni dalla Russia sono cresciute al 35% del totale importato. Di solito pagati in dirham.
Kpler, una società di analisi legata alle materie prime, spiegava, per esempio, che la raffineria di Jamnagar, sulla costa occidentale Indiana aveva oltre 200 carichi di petrolio dalla Russia nel 2022, una quantità 4 volte superiore al 2021. Nello stesso periodo il Regno Unito ha importato 10 milioni di barili di diesel e altri prodotti raffinate da Jamnagar dall’inizio della guerra, quasi 3 volte il totale importato, dallo stesss sito, nel 2021. Tra le aziende che hanno acquistato ci sono Trafigura, Shell Plc, BP Plc, PetroChina Co e il Gruppo indiano Essar Group.