Economia

Legge di Stabilità, ok del Cdm. Mega manovra da 27-30 miliardi


Il Governo Renzi ha approvato (ora inizia il lungo iter parlamentare che deve terminare entro il 31 dicembre) la sua seconda legge di Stabilità una manovra che sarà compresa in un range fra 27 ("nella sua versione base", ha presisato Renzi) e 30 miliardi di euro, 3-4 miliardi che corrispondono a circa lo 0,2% del Pil e che ballano a seconda del fatto che Bruxelles riconoscerà o meno all'Italia un margine di flessibilità alla luce dell'emergenza migranti. Il premier ha presentato in conferenza stampa la manovra, accompagnandola con lo slogan "L'Italia con il segno più".

Come fatto pochi giorni fa a Verona e a Treviso, il presidente del Consiglio ha sottolineato come "per la prima volta nella storia repubblicana con il nostro governo le tasse vanno giù" e ha citato gli interventi quali il bonus da 80 euro, il taglio di Imu e Tasi e gli interventi su Ires e Irpef già definiti o in arrivo nei prossimi anni. Un mega piano fiscale entro il 2018, articolato in tre tappe che dovrebbe ridurre il peso fiscale di 35 miliardi di euro complessivi.

Dopo il cordoglio per le vittime degli eventi del maltempo, Renzi ha spiegato che "fino a qualche anno fa il mondo tirava e l'Italia arrancava. Ora l'Italia e' ripartita ma il mondo non si sente benissimo. Il punto e' che l'Italia e' tornata alla crescita e ora è il momento di consolidare questa ripresa". "E' decisivo - ha spiegato quindi - che gli italiani non cedano al vittimismo rassegnato, che sappiano che il loro destino e' nelle loro mani e non a Bruxelles o a New York", ha aggiunto. Proprio sul rispetto dei dettami comunitari: "C'è una parte tra di noi che ritiene che le regole europee debbano essere rispettate e una parte che vorrebbe applicarle con un pochino più di fantasia. La nostra scelta è di rispettare le regole europee avendo fatto un lavoro gigantesco per cambiarle".

Entrando nel dettaglio della manovra, che per Renzi "contiene molte, molte, molte buone notizie", il Governo ha previsto che dal prossimo anno verranno abolite l'Imu e la Tasi sulla prima casa ("vuol dire ridare fiducia agli italiani e ha un valore simbolico, evocativo", ha commentato il premiere che "al 2016 verranno anticipate alcune misure previste per il 2017, come l'Ires ('il taglio  pieno dal 27,5 al 24% ci sarà dal 2017') e i denari per investimenti in edilizia scolastica. Questo se le regole europee permetteranno di utilizzare la clausola per le misure urgenti sull'emergenza immigratoria", per un valore di "0,2 per cento del Pil, quasi 3,4 miliardi", ha spiegato Renzi.

Il premier ha poi annunciato gli attesi interventi sui "minimi per le partite Iva, una sorta di Jobs Act per i lavoratori autonomi". Il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, ha aggiunto: "Questa manovra che porta un notevole abbattimento delle tasse abbatte le tasse sulla prima casa ma anche le tasse sull'attività dell'impresa: abbattiamo le tasse su tutto il campo". Via infatti anche l'Imu agricola e l'Irap agricolaPer quanto riguarda gli sgravi fiscali alle imprese, invece, "resteranno pari al 100% fino al 2018, ma caleranno al 40% se le assunzioni verranno effettuate nel 2016". Per l'edilizia, conferma a "ecobonus e bonus mobili", anche per le giovani coppie under 35 che mettono su famiglia (potranno goderne anche se non ristrutturano casa. Di solito, infatti, chi si sposa la prima spesa che deve affrontare è quella dei mobili e questo incentivo fiscale è un concreto aiuto a metter su famiglia").

Confermati i super-ammortamenti: le aziende che investono in macchinari possono ammortizzare il 140% del loro valore (chi investe nell'azienda ammortizza al 140%, anziché al 100%). Una misura attesa era quella sul Canone Rai. "Era a 113 va a 100 euro. Se non lo pagavi, non ti va bene. Ma se lo pagavi, paghi meno. Il canone scenderà ancora nel 2017: 100 nel 2016, 95 nel 2017 attraverso l'attivazione in bolletta", ha spiegato sul tema Renzi.

Sono quattro, invece, le misure in arrivo sul fronte pensioni: no tax area per i pensionati, opzione donna, settima salvaguardia per gli esodati e part-time per chi è vicino all'età di uscita dal lavoro. Al momento, come ha ricordato Renzi, non c'è la flessibilità in uscita. "Vogliamo evitare - ha osservato il premier - interventi che alla lunga si dimostrino per alcuni aspetti complicati".

Contro la povertà invece saranno stanziati "600 milioni quest’anno, un miliardo nel 2017 e altrettanti nel 2018. Più 100 milioni nel rapporto proficuo con le fondazioni bancarie, i comuni e il terzo settore". Incluso nella legge di Stabilità anche l’innalzamento della soglia per il contante che passa dagli attuali mille euro a tremila euro mentre 500 milioni arriveranno per la contrattazione del secondo livello

Infine, accanto al "Fondo Sanitario che quest'anno sarà di 110 miliardi e 111 miliardi nel 2016" (grazie "all'applicazione di alcuni costi standard alla sanità" che "può risolvere diversi problemi trasparenza totale sui prezzi", sono in arrivo "100 milioni per il fondo del 'Dopo di Noi'", una misura, ha commentato Renzi, "a cui tengo molto. Alcuni nostri concittadini hanno delle disabilità su cui la politica si è soffermata troppo poco, ad esempio per chi convive con la sindrome di Down. Oggi, fortunatamente, una persona con sindrome di Down vive molto più di 40 anni fa. Questa cosa bella, comporta che spesso queste persone sopravvivono ai loro genitori. La legge sul 'Dopo di Noi' è una riforma più strutturale più di quello che sembra. Nel complesso il fondo per la solidarietà è di 400 milioni". 

LE COPERTURE. Per la mega manovra, che azzera le clausole di salvaguardia, previste dalle precedenti manovre ("non ci saranno dunquee aumento dell'Iva o delle accise"), il premier Renzi ha assicurato che "le coperture ci sono tutte". Dalla spending review arriveranno 5 miliardi. "Il risparmio è quello che ci aspettavamo senza tax expenditures, quindi 5 miliardi", ha spiegato infatti Renzi. Una cifra che si è praticamente dimezzata rispetto agli obiettivi del governo di inizio anno. E le cifre attuali si allontanano definitivamente da quelle dell’ex commissario Carlo Cottarelli (il suo progetto valeva 12 miliardi). "La spending review in parte arriva dai tagli dei singoli ministeri, intorno al 3% - ha aggiunto il presidente del Consiglio - in parte è legata alla norma sugli acquisti cioè i costi standard, in parte deriva dagli interventi su singole voci legate ad acquisti su beni informatici e al mancato incremento di alcune voci, come il personale".

(Segue...)