Economia

Lukoil a Priolo, Urso: "Pronti a usare la golden power per nuovi compratori"

Il ministro: "L’impianto di Priolo è un asset strategico per la nostro sistema produttivo per la nostra filiera industriale del settore chimico"

Corteo a Siracusa per "il salvataggio del Petrolchimico" travolto dal caso della vicenda Lukoil, la società proprietaria di due raffinerie a Priolo che potrebbero interrompere la produzione. Alla mobilitazione organizzata da Cgil e Cisl almeno duemila i manifestanti, quasi tutti con cappelli e bandiere. Davanti al corteo diversi striscioni ma ci sono anche bambini, venuti con i genitori lavoratori che hanno deciso di prendere parte alla protesta, e anche qualche delegazione di studenti. Insieme ai manifestanti, ci sono i sindaci della provincia di Siracusa mentre il primo cittadino del capoluogo è a Roma per partecipare al vertice al ministero delle Imprese voluto dal governo per decidere che strategia adottare per salvare la Lukoil, che necessita di crediti per acquistare grezzo da altri paesi che non siano la Russia. Davanti al ministero un presidio della Uil. Dal 5 dicembre, scatterà l'embargo alle importazioni di petrolio dalla Russia, l'unico al momento trattato da Lukoil. Tra le soluzioni individuate, la garanzia della Sace, una controllata di Stato, per l'erogazione dei crediti Lukoil da parte delle banche. 

Sindacati: "Il Governo assicuri la continuità produttiva"

“Il Governo deve assicurare la continuità produttiva della raffineria Isab-Lukoil di Priolo con tutte gli strumenti necessari atte ad assicurare le linee di credito”. Lo ha detto Antonio Pepe, segretario nazionale della Filctem Cgil, al termine dell’incontro tenutosi stamane presso il ministero delle Imprese e del Made in Italy alla presenza del ministro Adolfo Urso per l’area industriale del siracusano.
   
“L’assenza degli istituti di credito al tavolo di confronto è un fatto gravissimo. Allo stesso tempo il sequestro del depuratore, da parte della magistratura, rimane un problema sul quale bisogna trovare rapidamente una soluzione per la messa a norma, in mancanza di questo si comprometterebbe tutta l’area industriale. Per tali ragioni va subito istituito un tavolo permanente con tutti i soggetti istituzionali locali e nazionali, e delle imprese che insistono sul territorio per scongiurare un disastro sociale che la Sicilia e il Paese non possono permettersi”, ha concluso Pepe.