Economia
Luxottica-Essilor, 7 fatiche di Del Vecchio. Perché il colosso fa paura all'Ue

Dal Canada nuovo via libera a Luxottica-Essilor, ma gli Antitrust europei, statunitensi e cinesi tacciono ancora. I punti critici dell’operazione di Del Vecchio

Ciò nonostante potrebbero essere richiesti alcuni rimedi strutturali come la cessione di alcune attività, marchi o licenze, oppure correttivi più generali (come il divieto di ricorrere ad alcune pratiche commerciali). Simili richieste potrebbero in parte o in tutto portare a una revisione delle sinergie finora stimate nell’ordine dei 400-600 milioni di euro, anche se per Morgan Stanley tale cifra è già estremamente prudente e sconta implicitamente qualche “concessione” da fare alle diverse autorità antitrust. Gli analisti americani, infatti, pensano che l’operazione, in assenza di cessioni o altre limitazioni, possa portare a sinergie complessive circa doppie rispetto a quelle annunciate, ossia tra 800 e 1.400 milioni di euro.
Exane, da parte sua, ha stimato che ogni 1% di fatturato a cui il nuovo gruppo dovesse rinunciare comporterebbe un’analoga riduzione in termini di utile per azione, partendo però da un incremento attorno al 14% rispetto ai dati pro-forma 2016 che si otterrebbe se effettivamente l’integrazione generasse le sinergie preannunciate (incremento che sarebbe invece doppio se avessero ragione gli esperti americani). Per essere chiari, visto che le due società dovrebbero chiudere l’anno con utili aggregati pari a 1.850-1.870 milioni, quest’uno per cento equivale a circa 18-20 milioni di euro.