Economia
Mediobanca, con 195 milioni investiti in tre mesi Del Vecchio ne guadagna 40
Mr Luxottica e quell'ultimo assalto a Piazzetta Cuccia
E da socio principe di Mediobanca potrebbe spingere Piazzetta Cuccia a varare un aumento di capitale propedeutico a dotare Generali delle munizioni per politiche di m&a che portino il Leone di Trieste ad acquisire competitor e quote di mercato. Ma intanto il creatore del gigante mondiale dell’occhialeria, la sua Luxottica andata a nozze con Essilor, si gode il suo nuovo investimento finanziario.
Che già dà i frutti sperati quanto a guadagni. Quel 13,2% di capitale di Mediobanca vale sul mercato oggi poco più di 1 miliardo e quando avrà compiuto la scalata al 20% si troverà con un pacchetto di titoli del valore (ai prezzi odierni) di oltre 1,6 miliardi. Capitale di rischio ovviamente come tutti gli investimenti azionari, ma difficile che la puntata su Mediobanca si rilevi infruttuosa. In fondo è l’unica banca d’affari del Paese e la natura del suo business la rende più immune ai contraccolpi dell’economia.
Rispetto alle banche commerciali il rischio credito è assai piu basso e Mediobanca può contare sui lauti profitti derivanti da commissioni da corporate banking e dal wealth management su cui ha investito parecchio negli anni scorsi. I fondamentali sono solidi e la banca ha resistito più di altre alla crisi da Covid. I conti del semestre chiuso a dicembre 2020 vedono i ricavi a 1,3 miliardi con un utile netto a 411 milioni. Il ritorno sul capitale tangibile è al 10% e il 70% dell’utile netto andrà in dividendo.
Il titolo ha recuperato del tutto la caduta post Covid passando dai minimi di 4,25 euro del 20 marzo dell’anno scorso ai poco più di 9 euro attuali, vicino ai massimi degli ultimi 5 anni. Del Vecchio che siede su un patrimonio personale di oltre 20 miliardi di euro sa come investire la sua liquidità.
Su un titolo come Mediobanca che fa della solidità il suo marchio di fabbrica e che gli consente oltremodo non solo di parcheggiare i suoi soldi al sicuro, ma di divenire il dominus dell’asse della finanza italiana, Mediobanca-Generali. Soldi che fruttano insieme a potere che cresce.