Economia

Mediobanca punta sulle startup fintech: pronti investimenti in 35 società

di Redazione Economia

In joint-venture con la londinese Founders Factory, Mediobanca investe ben 12 milioni di euro sullo sviluppo di diverse startup del settore fintech

L’accordo è coerente con le linee del Piano Strategico 2023-26 “ONE BRAND - ONE CULTURE”, che prevede un significativo potenziamento dell’ecosistema tecnologico del Gruppo. L’agenda digitale del Gruppo prevede, come priorità, i) il potenziamento dei canali digitali al fine di proporre una customer experience più efficace, ii) l’evoluzione delle piattaforme digitali e l’adozione di soluzioni di intelligenza artificiale a supporto della forza vendita, iii) un percorso di digitalizzazione ed automatizzazione finalizzato all’ottimizzazione dei costi.

Founders Factory è leader nel fintech a livello internazionale, avendo stabilito una collaborazione di lungo periodo con la società britannica di servizi finanziari Aviva e avendo sviluppato e investito in circa 50 imprese fintech tra cui Acre, Qumata e ClearGlass. La nuova partnership con Mediobanca consolida ulteriormente l’impegno di Founders Factory nel settore, oltre a identificarlo come un operatore di riferimento per l’ecosistema startup in Italia, in una fase di forte sviluppo.

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“In questi anni abbiamo raccolto la sfida che l’impatto della tecnologia ha lanciato anche al settore finanziario. Lo abbiamo fatto nel Wealth Management con il lancio di CheBanca!, nel Consumer Banking con gli investimenti nel Buy Now Pay Later, così come nel Corporate e Investment Banking con la recente partnership siglata con Arma Partners e vogliamo continuare a servire il talento delle nostre persone e la user experience dei nostri clienti con le soluzioni tecnologiche più avanzate – commenta Alberto Nagel, amministratore delegato di Mediobanca. Con questa joint venture coglieremo le nuove opportunità che si presenteranno, potenziando ulteriormente l’ecosistema tecnologico del Gruppo anche attraverso l’adozione di paradigmi innovativi che ci consentano di rispondere efficacemente alle aspettative del mercato” - conclude Alberto Nagel.