Economia

Missioni spaziali, Villadei: "Italia protagonista, con le nostre eccellenze abbiamo realizzato quasi il 40% della stazione aerospaziale"

L’astronauta italiano: “Ai giovani dico: se sognate lo spazio osate, se fallite e rialzatevi. Da lassù possiamo migliorare il mondo”. VIDEO

di Claudia Conte

Missioni spaziali, parla Villadei (astronauta e ingegnere dell'aeronautica italiana) 

“Il contributo dell’Italia è fondamentale, storicamente il nostro Paese ha giocato un ruolo da protagonista. Lo scorso anno, a dicembre del 2024, abbiamo celebrato i primi 60 anni dello spazio italiano. In questi 60 anni abbiamo investito in ricerche, innovazioni, industria, e la nostra industria ha contribuito alla realizzazione di quasi il 40% della stazione spaziale internazionale. La missione che ho realizzato, Axiom 3, diventa l'ulteriore passo in avanti per creare nuovi modelli che in questo contesto della New Space Economy. Lo spazio si sta rapidamente trasformando anche per ragioni geopolitiche e non solo economiche; quindi, dobbiamo rimanere pronti mettendo insieme tutte le eccellenze di cui l'Italia dispone, per consentirci di poter continuare ad utilizzare lo spazio in sicurezza nei prossimi anni”.

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Walter Villadei, astronauta e ingegnere dell’aeronautica italiana, nel gennaio 2024 ha raggiunto la Stazione Spaziale Internazionale come pilota della missione Axiom 3. Come è nato il suo impegno, e cosa l’ha spinto a intraprendere anche la carriera nell'aeronautica militare?

“Come molto spesso accade, i sogni nascono quando sei bambino, quando rivolgi lo sguardo verso il cielo, quando c'è qualcosa che ti ispira e ti spinge a guardare quel cielo pieno di stelle come qualcosa a cui tendere, a cui arrivare. Nel mio caso questa passione di diventare astronauta nasce proprio in quegli anni, quando ho sempre avuto la passione per lo spazio, per l'astronomia, per gli aeroplani. E’ un percorso che nasce dalla passione di un bambino ma poi deve diventare un percorso di scelta di studio e di impegno”.

Quali sono state le sfide più importanti durante l'addestramento?

“L'addestramento è un percorso ad ostacoli, fatto in modo tale da mettere gli astronauti di fronte a una serie di piccole sfide che consentono poi di costruire quelle capacità sia professionali sia operative indispensabili per lo svolgimento di una missione in sicurezza. Innanzitutto, devi imparare a lavorare con una macchina completamente nuova, questa astronave che ti porta in volo. Quindi devi imparare sottosistemi che parlano un linguaggio differente. dialogare e a capire come chiaramente si comporteranno in volo. C'è una parte dell'addestramento fisico perché lo spazio è ambiente che sottopone gli astronauti ad uno stress notevole dal punto di vista fisico e psicologico. Quindi l'allenamento per poter bilanciare poi gli effetti della microgravità è fondamentale. C'è un allenamento anche mentale, mantenere la concentrazione soprattutto considerando spesso gli anni necessari per arrivare al traguardo. Questo tipo di addestramento inizialmente è un addestramento individuale. Quindi tu sei l’astronauta che deve imparare queste cose e gradualmente diventa un addestramento di gruppo. Quindi è l'equipaggio, una volta che è stato individuato, che si addestra insieme. Alcune prove sono anche fisicamente impegnative come i corsi di sopravvivenza. Quando devi simulare quelle che sono le emergenze che auspicabilmente in volo speri sempre non si verifichino, devi essere pronto a fronteggiarle. Nello spazio le emergenze più gravi possono essere una depressurizzazione dell'ambiente della navetta, l'atmosfera che è lì dentro e quella che ti consente di respirare. Se hai una dispersione per un evento qualunque, chiaramente vai in emergenza, oppure un incendio a bordo. Beh, allora in quel caso l'equipaggio deve rapidamente rimettere una tuta essere pressurizzata. E questa tuta è alimentata con un leggerissimo sottile filo di ossigeno. E in questo movimento di concitazione provi a mettere la tuta per poi stabilire delle comunicazioni terra-bordo in maniera urgente. Ecco, lì è un momento di grande stress psicofisico perché la temperatura corporea si alza e devi mantenere una grande concentrazione, un grande coordinamento con i tuoi colleghi dell'equipaggio”.

Ha partecipato a diverse missioni, tra cui la Axiom 3. Quali sono gli obiettivi?

“Ho avuto il privilegio di essere il primo astronauta italiano con questo ruolo di pilota della navetta. La missione è stata estremamente impegnativa. Ha messo insieme la parte operativa dell'aeronautica militare con la parte scientifica che ha curato l'Agenzia Spaziale Italiana con, per la prima volta, alcune industrie che hanno portato tecnologia nello spazio. Quindi una missione che aveva diversi obiettivi scientifici e tecnologici. Dal punto di vista scientifico abbiamo studiato alcuni effetti relativi ad aggregazione di molecole che potrebbero essere la causa dell'Alzheimer o del Parkinson, quindi malattie neurodegenerative. Quindi studi scientifici anche con l'obiettivo di migliorare la qualità della vita sulla Terra. Abbiamo con alcune startup italiane portato delle tute spaziali nuove. Una tuta in particolare ha volato a bordo della Stazione Spaziale Internazionale misurandomi i parametri mentre ero lì, fatta completamente in maniera artigianale dall'Italia con materiali innovativi. Abbiamo portato poi anche la pasta, ad esempio, per capire anche come poter preparare per i futuri viaggi spaziali cibo italiano in maniera differente. Come aeronautica ci siamo presi cura di alcuni aspetti fondamentali, come si modifica l'organismo dell'astronauta in condizioni di microgravità, ma anche provare alcuni software che controllano quelli che sono i detriti spaziali. Quindi nell'ottica di assicurare la sicurezza delle future infrastrutture in orbita”.

Quali consigli ai giovani?

“Dico ai ragazzi e alle ragazze che guardano lo spazio con interesse di perseguire i loro sogni, di avere il coraggio di osare, di avere anche il coraggio - perché no - di fallire, di rialzarsi e continuare. Sono percorsi sicuramente lunghi, che richiedono impegno, dedizione, sacrificio, studio. Molti degli studi che accompagnano queste professionalità vengono dalle cosiddette materie STEM. Oggi abbiamo un grande bisogno di avere giovani studenti e studentesse che decidano questi percorsi, che sono dei percorsi straordinariamente interessanti per riuscire a capire quello il mondo attorno a noi. Certamente ai nostri ragazzi e ragazze dico di avere la consapevolezza di vivere in un paese che ha fatto grandi cose nello spazio, che continuerà a farle in futuro. Il nostro è un paese che vive di grandi culture”.

Si potrebbe trovare una parola per raccontare per riassumere l'esperienza nello spazio, quale potrebbe essere?

“Trovare una parola soltanto è estremamente complesso, forse un po’ impossibile, perché riassumere quelle sensazioni degli anni di attesa, dell'allenamento, dell'addestramento, della pazienza, anche perché no, del timore di non riuscire, e poi l'avvicinarsi dell'obiettivo e poi il decollo, arrivare nello spazio, guardare la Terra dallo spazio: devo dire che è una sequenza di emozioni fortissime soprattutto quando le vivi per la prima volta, quindi certamente un aggettivo che descrive bene la missione è “indimenticabile”, nel senso che è una prima esperienza che veramente segna gli astronauti, segna un qualunque individuo che ha il privilegio, la fortuna e la possibilità di vivere un'esperienza di questo tipo. E bisogna anche dire che quando osservi quella Terra in tutti i suoi colori ti guardi attorno e, perché no, qualche pensiero in più rispetto alla nostra umanità viene, nella consapevolezza che i problemi quotidiani che abbiamo sulla Terra sono certamente complessi, ma alcuni di questi potrebbero anche dallo spazio trovare una soluzione, come la sostenibilità, l'utilizzo delle risorse, le nuove tecnologie, l'innovazione. Quindi quello che ho avuto come esperienza è la consapevolezza che questo sforzo di conquistare le stelle è strumentale anche a rendere la vita sulla Terra sicuramente più sostenibile. In questo senso il volo spaziale aiuta gli astronauti ad essere degli ambasciatori di messaggi di impegno, di collaborazione, di cooperazione, di sviluppo scientifico e tecnologico, che diventa importante poter condividere anche con quanti non hanno avuto questo privilegio e questa fortuna”