Economia
"Morandi, iniettate aria deumidificata. I cavi sono già corrosi". Aspi sapeva
Almeno un mese e venti giorni prima del crollo del ponte Morandi, il 14 agosto 2018, crollo che ha provocato 43 morti e 566 sfollati, i vertici di Autostrade per l'Italia sapevano del deterioramento dei cavi d'acciaio della struttura. Un'anomalia di fronte alla quale la controllata di Atlantia valuta di iniettare aria deumidificata nei cavi per levare l'umidità e proteggerli.
"I cavi del Morandi sono corrosi", è l'ammissione choc, messa nero su bianco in una chat di WhatsApp, datata 25 giugno 2018, contenuta a pagina 101 dell'ordinanza (che Affaritaliani.it pubblica in esclusiva) della Procura di Genova nell'ambito dell'inchiesta sulle barriere fonoassorbenti di Autostrade. Inchiesta nata dal crollo del viadotto sul Polcevera gestito dalle società della galassia Benetton e che ha portato agli arresti domiciliari per gli ex manager Giovanni Castellucci, Michele Donferri Mitelli e Paolo Berti, rispettivamente ex Ceo Aspi e Atlantia, ex direttore manutenzione e ex direttore centrale operativo della società autostradale e a tre interdizioni.
La frase è conservata nel telefono di Donferri: il messaggio è diretto a Berti che aveva scritto a Donferri di iniettare aria deumidificata nei cavi del viadotto Polcevera per levare l'umidità. Donferri a sua volta risponde che i cavi sono già corrosi e il suo interlocutore replica: "Sti c..., me ne vado". Ammissioni che nei prossimi giorni porteranno ad altre misure della Procura relative alle responsabilità della tragedia.
@andreadeugeni