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Economia
Nadef,da manovra spinta al Pil dello 0,5%.Bonus 110% al 2023 e riforma catasto

Ora i numeri della Nota. Nello scenario tendenziale, al netto cioè di interventi di politica economica (come la legge di bilancio che sarà "espansiva" fino al 2024), dopo il +6% del 2021, il Pil crescerà del 4,2% nel 2022 (nel Def +4,8%), del 2,6 nel 2023 e dell'1,9% nel 2024. Il rapporto deficit/Pil dall'11,8% scenderà al 9,4% nel 2021. Un migliioramento che "dipende dall’andamento dell’economia migliore delle attese, da un miglioramento delle entrate contributive, e da un fabbisogno di cassa minore dell’anno scorso". Andamento che "porta a una flessione del rapporto debito/Pil dal 155,6% del 2020 al 153,5% di quest'anno". Il "picco del rapporto - ha sottolineato dunque Franco - c'è stato l’anno scorso e nel 2021 è iniziata la discesa grazie a crescita e una dinamica dell'inflazione e del deficit più basso delle attese".

Sempre nel quadro tendenziale, il rapporto deficit/Pil scenderà al 4,4% nel 2022, al 2,4% nel 2023 e al 2,1% nel 2024. Grazie all'andamento della crescita e al minore deficit di partenza di quest’anno, il governo azionerà la leva per il prossimo anno di un leggero rialzo del deficit, che passerà dal 4,4% tendenziale al 5,6%. Numeri che libereranno 22 miliardi di euro da mettere a frutto negli "interventi di politica economica espansiva nelle legge di bilancio" e che rimarrà tale "fino a quando non verrà recuperata la crescita del 2019".

Il governo ovviamente punta sugli "investimenti pubblici e sul Pnrr per avere un tasso di crescita dell’economia stabilimente più elevata di quella che ambiamo avuto negli scorsi decenni". Franco poi entrato un po' nel dettaglio delle misure che verranno inserite nella legge di bilancio che servirà per "gestire gli effetti dellla pandemia come l'acquisto di altri dosi di vaccino, sostenere i settori economici rimasti indietro, finanziare le politiche invariate le misure fiscali di sostegno, la riforma degli ammortizzatori sociale e ad alleggerire il carico fiscale". Tre le misure che il governo si prepara a rifinanziare ci sarebbe anche il Superbonus, in scadenza al 2022 e ora prorogato al 2023. 

Grazie agli interventi di politica economica, nel 2022 l'aumento del Pil tendenziale del 4,2% aumenterà al 4,7%. Nel 2023, l'incremento del Prodotto interno lordo sarà del 2,8% e dell'1,9% nel 2024, anno in cui la politica di bilancio tornerà ad essere neutrale. Anche grazie a un costo medio del debito che continuerà a ridursi e a una crescita strutturale più alta ("si vedrà se il Pnrr riuscirà a fare la differenza") il rapporto debito/Pil arriverà al  146% del 2024. 

Infine, nelle domande in conferenza stampa, il premier  ha anche affrontato il tema della riforma catastale. "Quello che il governo vuol fare è un’operazione di trasparenza, ci impegniamo a non cambiare il carico fiscale del catasto. Non si pagherà né più né meno di prima, ma bisogna rivedere le rendite rispetto a come sono state fissate. Ci vorranno anni", ha anticipato Draghi. Il rinvio della delega fiscale non è dovuto ai partiti politici, precisa il premier, "ma l’attività di governo è diventata sempre più intensa, dal green pass ai prezzi dell’energia elettrica hanno occupato il tempo e l’attività del governo negli ultimi dieci giorni". In ogni caso le prossime scadenze sono già fissate: "La delega fiscale verrà affrontata la prossima settimana, e quella sulla concorrenza entro ottobre. Finora questo governo non ha mancato una sola data per gli appuntamenti", ha rivendicato Draghi.

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