Economia

Nomine, il governo presenta prima le liste per Mps, poi Eni, Enel e le altre

di Marco Scotti

Giorgia Meloni vorrebbe per sé la scelta degli amministratori delegati per lasciare i presidenti agli alleati. Che insorgono

Nomine, prima Mps poi Eni, Enel, Leonardo, Poste e Terna

Il governo si avvicina all’appuntamento economico più atteso della sua gestione: la partita delle nomine per il rinnovo dei consigli di amministrazione delle società partecipate. E le notizie fioccano. Prima di tutto, a quanto risulta ad Affaritaliani.it i tempi si dilateranno lievemente. La scelta di Giorgia Meloni, infatti, è di scorporare Mps dalle altre aziende. E dunque, mentre per Siena – la cui assemblea è convocata per il 20 aprile – si dovrà arrivare a una rosa di nomi entro il 20 marzo, per le altre aziende c’è un po’ più di tempo, un paio di settimane “di passione” (vista l’imminente Pasqua) per arrivare fino agli inizi di aprile.

Il problema è che, al di là delle dichiarazioni di prammatica, nel governo regna un certo nervosismo. La Meloni, forte di un consenso elettorale costante (per non dire crescente) vorrebbe nominare gli amministratori delegati di Eni, Enel, Leonardo, Poste Italiane e Terna, lasciando ai colleghi di governo la possibilità di indicare presidenti e qualche poltrona di peso. Un’offerta che fonti vicine a Forza Italia e Lega definiscono “irriguardosa”. Dunque, tutto da rifare.

C’è poi grande confusione sui nomi. Giorgia Meloni, che ha capito in tempi rapidissimi come le esternazioni della campagna elettorale si scontrino con la nomenklatura e la burocrazia, sarebbe quasi tentata di confermare in blocco gli amministratori delegati uscenti. La sua intervista al Sole 24 Ore in cui rimarcava la parola “merito” – termine a lei assai caro, tanto da averlo associato al dicastero guidato da Giuseppe Valditara – ha fatto pensare che l’iniziale intenzione di usare il machete (copyright Guido Crosetto) potesse essere sostituita dalla consapevolezza che vi sono dei manager che hanno fatto bene. Indipendentemente dalla collocazione politica.