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Economia
Nomine, il governo presenta prima le liste per Mps, poi Eni, Enel e le altre
da sx a dx: alessandro profumo, francesco starace, claudio descalzi, matteo del fante, dario scannapieco

Nomine, Descalzi rimane in Eni, Starace verso l'uscita da Enel

Claudio Descalzi può dormire sonni quasi tranquilli. Gli attacchi di Alberto Bagnai delle scorse settimane sono stati rubricati alla voce “scaramucce” nella maggioranza. L’amministratore delegato del Cane a sei zampe è impegnato in una complessa doppia trasformazione: quella della transizione verso energie più pulite e quella per liberarsi dal gas russo. Un’impresa ciclopica che sta però riuscendo al manager milanese.

In Enel Francesco Starace sembra un po’ più in difficoltà. I suoi detrattori gli imputano un debito eccessivo, lui risponde che la transizione green ha un prezzo che va pagato ora per garantire un futuro migliore all’azienda con la più alta capitalizzazione in Borsa. Chi al suo posto? I bookmaker danno talmente favorito Stefano Donnarumma che qualcuno inizia a pensare che possa trattarsi di una mossa fatta ad hoc. Sul tema Enel, però, c’è molto movimento intorno al nome del presidente: Donnarumma non ha una riconoscibilità internazionale così elevata come quella di altri manager e fa inarcare più di un sopracciglio nella comunità degli analisti oltre che in Italia.

Da qui l’idea di affiancargli un “chairman” di peso. Chi? Si fa il nome di Paolo Scaroni, presidente del Milan che però sembrerebbe nicchiare. Scaroni nel 2002 venne chiamato dall’allora presidente del consiglio Silvio Berlusconi a “rifocalizzare” l’attività di Enel dopo la gestione di Franco Tatò. Possibile che anche oggi, in un momento di discontinuità e transizione, gli venga affidato un ruolo da “consigliori” più che da mero presidente di rappresentanza. Non trova riscontro, invece, la candidatura di Flavio Cattaneo a numero uno dell'Enel. Il manager, molto legato a Ignazio La Russa, sta trattando la possibile cessione di Italo da parte del fondo Gip. Una cessione che potrebbe fruttare fino a 5 miliardi, secondo qaunto risulta ad Affaritaliani.it. E poi, davvero l'endorsement del presidente del Senato in questo momento potrebbe essere decisivo per la Meloni?

Chi al posto di Donnarumma in Terna, invece, sembra più facile ipotizzarlo: Giuseppe Lasco, condirettore di Poste con una solida preparazione in materia energetica. Attenzione però all’azienda guidata da Matteo Del Fante. Questi, infatti, potrebbe essere sollevato dall’incarico non per demeriti particolari ma per essere destinato a Cassa Depositi e Prestiti. Il cui consiglio di amministrazione scadrà l’anno prossimo ma che ha la forte incognita della gestione di Tim. Proprio in queste ore il cda dell’ex-Telecom ha dato tempo fino al 18 aprile per migliorare le offerte giunte per l’acquisto della rete.

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