Economia
Nomine, la Meloni aspetta le Regionali per fare l'en-plein
La premier ha dovuto pagare un prezzo politico relativamente basso per tenere buoni gli alleati: Rivera è stato allontanato e Turicchi arriverà lo stesso
C’è poi un terzo tema, forse il più importante, che è quello su cui i vertici di Fratelli d’Italia stanno puntando parecchie fiches. Le elezioni regionali del 12 febbraio prossimo saranno un grande banco di prova. In Lombardia il candidato del centro-destra, Attilio Fontana, è un leghista di lungo corso. Una sua vittoria contro Letizia Moratti e Pierrfancesco Majorino non sarebbe ascrivibile all’effetto “traino” di Fratelli d’Italia.
Diverso il discorso nel Lazio, dove Francesco Rocca è un candidato proposto dal partito della premier. Se dovesse esserci – come al momento appare più che possibile – una “doppietta” del centro-destra, il governo uscirebbe rafforzato. Ma se, ipotesi assai meno probabile ma comunque plausibile, il centro-destra dovesse perdere in Lombardia e affermarsi nel Lazio, la Meloni uscirebbe addirittura rafforzata. E potrebbe dare di nuovo le carte.
In primavera si va al rinnovo delle partecipate: i nomi dati per certi sono quelli di Claudio Descalzi per Eni e di Stefano Donnarumma per Enel. Matteo Del Fante dovrebbe rimanere in Poste con la benedizione di Maurizio Leo, potente viceministro dell’economia e fedelissimo di Giorgia Meloni. Rimangono da definire le caselle Leonardo e Terna.
In Piazza Montegrappa potrebbe arrivare Lorenzo Mariani, vicino a Matteo Salvini. Ma se Fratelli d’Italia dovesse diventare ancora più forte potrebbe arrivare un “papa straniero” ancora sotto traccia. Tra l’altro, l’anno prossimo scadrà anche il mandato di Dario Scannapieco in Cassa Depositi e Prestiti. Altra nomina di grande peso su cui bisognerà trovare una quadra.