Corporate - Il giornale delle imprese
Alfasigma e AISF insieme al Salone CSR di Milano. “Capire è già aiutare”
La storica farmaceutica bolognese impegnata nella lotta alla fibromialgia
“Capire è già aiutare”. Mai come nel caso della sindrome fibromialgica, una malattia che colpisce circa 2 milioni di italiani ma che, per tragica ironia, non è riconosciuta come tale. Al Salone CSR di Milano Affaritaliani.it ha incontrato Biagio Oppi, responsabile Corporate Communication & Media Relations per Alfasigma e Giusy Fabio, vicepresidente di AISF ODV, l’Associazione Italiana Sindrome Fibromialgia.
Oppi ha sottolineato l’impegno costante dell’azienda sia nella social responsability che nella sostenibilità. “Anche quest’anno Alfasigma è presente al salone CSR per presentare il nostro rapporto Sostenibilità 2020 e portare gli esempi del nostro impegno concreto. Penso all’impianto di trigenerazione nello stabilimento di Alanno (Pe) e ad altri interventi sullo stabilimento di Pomezia. Per noi sostenibilità è anche andare incontro ai nostri dipendenti, alle comunità dove siamo insediati. È il caso di Amab, l’Alfasigma Millennials Advisory Board, un comitato costituito esclusivamente da ‘millennials’ che costruiscono e immaginano progetti sostenibili per noi, per non parlare delle tante iniziative durante il lockdown sia a favore dei nostri dipendenti sia per le comunità che ci ospitano, fornendo pacchi alimentari e aiutando concretamente ospedali e ASL. Collaboriamo con le associazioni pazienti non solo con il nostro supporto a campagne di awareness ma per riuscire a costruire insieme dei percorsi che rispondano ai bisogni non ancora soddisfatti, partendo innanzitutto dall’ascolto, come in questo caso. In particolare abbiamo commissionato una indagine all’Istituto Piepoli che ci darà un’idea ancora più precisa dei bisogni di questi pazienti. Ci concentriamo anche sulla ricerca: trovare un farmaco è un nostro obiettivo” conclude Oppi.
La sindrome fibromialgica
“La collaborazione con Alfasigma è per noi fondamentale - afferma Giusy Fabio - siamo partiti prima con un’indagine di ascolto su come i pazienti si auto-colpevolizzassero per riuscire a superare lo stigma sociale, in particolare durante la giornata mondiale di lotta alla fibromialgia. È una malattia invisibile, non ci sono farmaci, le cure sono sperimentali, per noi è di fondamentale importanza mettere in evidenza le problematiche di questa patologia e dei pazienti, che non hanno tutela, non essendo considerata una malattia cronica e invalidante. Tantomeno dai Livelli Essenziali di Assistenza. ll paziente subisce, non ha tutele, spessp viene considerato un ipocondriaco se non addirittura un malato immaginario. Viene isolato e spesso anche dalla sua stessa famiglia. Parliamo di una sindrome subdola, un dolore cronico e persistente che può essere molto doloroso al mattino per poi scomparire del tutto al pomeriggio ma che comporta un’astenia costante che impedisce i gesti del quotidiano. Anche pettinarsi i capelli può essere impossibile, per dire. Parliamo di persone che non riescono ad abbracciare i propri figli. L’unico modo è reinventarsi in qualche modo. E avere visibilità, essere compresi nella categoria dei ‘pazienti’. Puntiamo molto alla ricerca ma cerchiamo di aiutare costantemente le persone. Parliamo del 3% della popolazione italiana. Se ne deve parlare” conclude Fabio.