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Intesa Sanpaolo: presentata l’Indagine 2024 su risparmio e scelte finanziarie degli italiani in collaborazione con il Centro Einaudi

L’indagine ha rivelato che la sicurezza finanziaria è una priorità per il 65% degli italiani, ma cala la diversificazione degli investimenti

di Redazione Corporate

Intesa Sanpaolo e Centro Einaudi: il report che analizza le scelte finanziarie per comprendere e anticipare le esigenze di un mercato complesso

Intesa Sanpaolo, in collaborazione con il Centro Einaudi, ha presentato l’Indagine sul Risparmio e sulle Scelte Finanziarie degli Italiani 2024, uno studio che analizza comportamenti, opinioni e strategie degli italiani in tema di risparmio e investimenti. Basata su un campione di circa 1.000 intervistati rappresentativi della popolazione, l’indagine include anche un focus sul risparmio gestito, con 335 interviste supplementari a possessori di strumenti finanziari gestiti o previdenziali, condotte da BVA Doxa. L’obiettivo è esplorare le dinamiche che guidano le scelte finanziarie in un contesto economico complesso, fornendo spunti per comprendere e anticipare le esigenze del mercato.

L’indagine evidenzia che la sicurezza rimane la priorità per il 65% degli italiani, seguita dalla liquidità, stabile al 14%. Tuttavia, la diversificazione degli investimenti è in calo: solo il 30% dei risparmiatori ha portafogli diversificati, contro il 40% del 2019. Cresce invece l’orizzonte temporale degli investimenti: la quota di chi si concentra su tre anni o meno è scesa dal 65% di dieci anni fa al 40%, mentre chi pianifica su cinque-dieci anni è passato dal 6% al 19%. Nonostante ciò, il 53,1% fatica a valutare il rischio, il 39,5% teme di sbagliare il momento per investire e il 32,3% riscontra difficoltà nella diversificazione.

Le banche restano la fonte principale di informazioni finanziarie per oltre il 60% degli intervistati, con punte superiori ai due terzi tra i 45 e i 64 anni. Tuttavia, dopo un rinnovato interesse per la finanza nel 2023, il 30% degli italiani dichiara di non essere affatto interessato a temi economico-finanziari, in aumento rispetto al 24,6% dell’anno precedente. Anche il numero di risparmiatori che si reputano competenti è in calo, sebbene si registri un lieve miglioramento nelle risposte a domande pratiche di alfabetizzazione finanziaria.

L’analisi rivela che il patrimonio medio degli italiani è di circa 300.000 euro, con il 63% rappresentato da immobili. Nonostante il calo degli acquisti immobiliari, cresce la percentuale di giovani proprietari, passata dal 49,2% del 2023 al 60% nel 2024. Tra gli investimenti, le obbligazioni guadagnano terreno, salendo dal 28% al 34% nei portafogli, mentre calano le azioni, sia in termini di partecipazione (dal 6% al 5,6%) sia di peso nei portafogli (dal 21,1% del 2021 al 17,4% del 2024). Gli investimenti alternativi restano marginali, con il 71,5% degli intervistati che dichiara di non esserne interessato. I metalli preziosi sono i più popolari (17,6%), seguiti dagli investimenti etici ed ESG.

La previdenza integrativa continua a registrare un basso livello di adesioni, ma si rileva un raddoppio tra i giovani, dal 10% al 20%. I fondi pensione aperti rappresentano il 22% delle sottoscrizioni, seguiti dai piani pensionistici individuali (19,4%) e dai fondi negoziali (7,3%). Le PIP sono particolarmente diffuse tra donne (25,5%) e giovani (29%). Si nota una correlazione tra livello di istruzione e adesione ai fondi pensione: chi ha un titolo di studio inferiore è più propenso a sottoscriverli, probabilmente per una minore aspettativa di reddito sufficiente durante la pensione.

Il risparmio gestito coinvolge il 17,2% del campione, con una prevalenza tra uomini (20,9% contro il 12,9% delle donne) e tra i 55-64enni (22%). I fondi comuni e le SICAV registrano una diffusione del 13,8%, gli ETF si fermano al 3,9%, mentre le polizze unit-linked attraggono il 3,8% del campione, con una maggiore presenza tra redditi elevati e professionisti. La soddisfazione degli investitori rimane alta, con sei soddisfatti per ogni insoddisfatto, anche se cresce lo scetticismo sulla capacità di questi strumenti di battere l’inflazione.

Il risparmio globale gestito ha registrato una crescita straordinaria negli ultimi due decenni, passando dal 73% al 102% del PIL mondiale. In Italia, il settore è cresciuto dal 70% al 95%, ma rimane un significativo margine di sviluppo per colmare il gap nella domanda di investimenti evoluti e rispondere alle esigenze previdenziali. Per sfruttare appieno questo potenziale, sarà essenziale superare l’eccessiva fiducia nella liquidità, che offre rendimenti limitati, e promuovere l’alfabetizzazione finanziaria per favorire una pianificazione consapevole e mirata.