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Kairos Partners SGR, Market Flash: Alberto Tocchio analizza l’attualità dei mercati
Il mese di ottobre si è chiuso in lieve flessione per i principali indici europei e statunitensi, con un’ondata di vendite concentrata negli ultimi giorni
Kairos Partners SGR, Podcast Market Flash: l'Head of European Equity and Thematics Alberto Tocchio commenta l’attualità dei mercati
L'ultima parte dell'anno, storicamente caratterizzata da una propensione positiva dei mercati, si avvia con un contesto molto più incerto del passato. Due grandi fattori continuano a influenzare le aspettative degli investitori: la stagione delle trimestrali e le imminenti elezioni presidenziali americane, con aggiornamenti significativi attesi già nelle prossime 24 ore.
Il mese di ottobre si è chiuso in lieve flessione per i principali indici europei e statunitensi, con un’ondata di vendite concentrata negli ultimi giorni. L’S&P 500 ha registrato il secondo mese negativo dell’anno, evidenziando un’impennata nella volatilità e chiudendo una fase laterale che in Europa durava da oltre vent’anni. Nonostante l’allargata partecipazione di mercato, il momentum ha subito un arresto dopo una performance robusta nella prima metà dell’anno.
Con le elezioni americane imminenti, gli indici USA mostrano un certo ottimismo. I mercati sembrano già posizionati in vista di una possibile vittoria di Donald Trump, con i settori e i titoli che beneficerebbero da un suo ritorno alla Casa Bianca in crescita del 17% rispetto a quelli più favoriti da una vittoria della vicepresidente Harris. Tuttavia, la situazione rimane complessa: il conteggio dei voti potrebbe essere problematico a causa della carenza di personale per il supporto al voto elettronico, e i sondaggi prefigurano un quadro equilibrato con margini troppo stretti per trarre conclusioni definitive.
La Pennsylvania è lo Stato chiave, e il campo democratico è chiamato a difendere la “Blue Wall” (Michigan e Wisconsin compresi). La preferenza di mercato verso Trump è alimentata dalle aspettative su deregolamentazione, protezionismo e tagli fiscali, mentre il programma di Harris è visto come più incerto. Inoltre, negli ultimi mesi il dollaro si è rafforzato, con il decennale USA in salita di 75 punti base, sostenuto da dati economici migliori del previsto e trimestrali favorevoli. Un’eventuale vittoria repubblicana potrebbe rafforzare ulteriormente questi trend, mentre uno scenario di Congresso diviso o ritardi nel conteggio rischierebbe di destabilizzare i mercati nel breve termine.
Sul fronte delle trimestrali, negli Stati Uniti circa il 75% delle aziende ha superato le stime, con settori come banche e utilities in primo piano. Al contrario, i titoli esposti alla Cina o al consumatore a basso reddito hanno sottoperformato. In Europa, meno della metà delle società ha superato le attese, registrando il numero più alto di profit warning degli ultimi sei trimestri, complice la debole crescita interna e l’esposizione all’economia cinese.
Nonostante l’incertezza, le conferenze trimestrali hanno mostrato segnali di ottimismo, con il termine “bottom” che ha fatto capolino più volte. Le aspettative di un incremento del 25% degli utili dell’S&P 500 entro il prossimo anno grazie agli investimenti in intelligenza artificiale rappresentano un tema centrale, anche se il mercato, più consapevole, tende ora a premiare investimenti concreti piuttosto che promesse vaghe.
L'inflazione si è dimostrata più resiliente del previsto, sia in Europa che negli Stati Uniti, mentre il mercato del lavoro inizia a rallentare. Negli USA, i payrolls hanno deluso, anche a causa di fattori eccezionali come scioperi e uragani, portando a una revisione al ribasso dei dati dei mesi precedenti. La Federal Reserve sembra ormai orientata a un taglio di 25 punti base nella prossima riunione, mentre l’ISM manifatturiero ha segnato il punto più basso degli ultimi 16 mesi.
Nel Regno Unito, il budget ha deluso, con tasse in aumento e un indebitamento pubblico crescente, stimato a 30 miliardi di sterline annui fino al 2029. Anche oltreoceano, il rigore fiscale sembra perdere terreno a favore di un’espansione monetaria, mentre i salari restano un tema caldo: Boeing ha offerto aumenti salariali del 40% per appianare le divergenze con i sindacati, mentre Volkswagen in Europa potrebbe chiudere tre fabbriche, richiedendo tagli agli stipendi.
L’S&P 500 presenta una valutazione di price/earning tra le più elevate degli ultimi decenni, e l’equity risk premium è al 15° percentile storico, suggerendo rendimenti più modesti. Con i cash levels ai minimi dal 2015, il margine di upside sembra ridotto. Tuttavia, dopo le elezioni, la volatilità potrebbe rientrare, lasciando spazio a un effetto stagionale positivo, con novembre tradizionalmente secondo solo a gennaio per inflows nei fondi. Il recente rialzo dei tassi ha messo pressione sui mutui, ma il calo del terminal rate potrebbe aprire nuove opportunità. In questo scenario, il "Trump trade" potrebbe riemergere con forza, favorendo un rimbalzo di mercato nel caso di una vittoria repubblicana o di un allentamento delle tensioni macroeconomiche.