Economia

Oro, corsa al bene "rifugio": investire al momento giusto e nel modo giusto

Gli investitori si chiedono sempre di più se l’oro possa servire da riparo contro l’impatto di eventuali fallimenti delle politiche delle banche centrali

A cura di Ned Naylor-Leyland, gestore del fondo Old Mutual Gold & Silver, Old Mutual Global Investors

 

Via via che le banche centrali negli Stati Uniti e in Eurozona iniziano a porre fine alle misure monetarie non convenzionali, cresce il rischio che un qualche errore in termini di politiche possa scatenare un sell-off.

A giugno la Fed ha alzato i tassi per la seconda volta quest’anno, indicando l’intenzione di attuare altri due rialzi dello 0,25% nel corso del 2018. Intanto la BCE ha comunicato che porrà fine al programma di acquisto degli asset da 2.400 miliardi di euro a dicembre. Nonostante ciò, gran parte delle valutazioni dei mercati azionari nei Paesi sviluppati sono vicine ai massimi, mentre le elevate valutazioni obbligazionarie lasciano poco spazio ad eventuali errori.

Gli investitori si stanno chiedendo sempre di più se l’oro possa servire da riparo contro l’impatto di eventuali fallimenti delle politiche delle banche centrali, fungendo al contempo da fonte di diversificazione dei portafogli. 

In generale, i prezzi dei lingotti d’oro e dei titoli delle società di estrazione dell’oro aumentano quando i tassi di interesse reale scendono e decrescono quando i tassi di interesse reale salgono. Di conseguenza, le previsioni sulla politica monetaria USA e sull’inflazione sono di cruciale importanza. Quindi, se le aspettative sui tassi di interesse aumentano più lentamente rispetto a quelle sull’inflazione, si tratta di una notizia positiva per i lingotti d’oro e per le società di estrazione. La situazione contraria è invece negativa per l’oro.

Il prezzo dell’oro si è tenuto in un range abbastanza contenuto da dicembre 2015, quando la Fed ha alzato i tassi per la prima volta dal 2006. Riteniamo che ciò rifletta la fiducia che i mercati hanno nelle azioni dei banchieri centrali. Dubitiamo che tale situazione durerà a lungo. Se la fiducia nei policymaker dovesse venire meno, il prezzo dell’oro aumenterà bruscamente, nella corsa verso l’acquisto di asset “rifugio”.

Proteggersi dalle banche centrali aumentando la diversificazione

Le banche centrali hanno presidiato uno dei periodi espansivi più lunghi della storia. Non stupisce il fatto che le condizioni artificiali che hanno creato abbiano spinto i prezzi degli asset rischiosi al rialzo e ridotto la volatilità. Di conseguenza, i tentativi degli istituti centrali di tornare a qualcosa di simile alla normalità rappresentano una minaccia per i prezzi elevati degli asset rischiosi e per i bassi livelli di volatilità.

Riteniamo che anche la più efficiente revoca delle politiche accomodanti da parte delle banche centrali implicherà prezzi degli asset rischiosi più volatili e più divergenti tra loro. Per questo motivo, è bene valutare se sia il momento di diversificare il portafoglio attraverso un’allocazione sull’oro, guardando per esempio a come l’oro abbia performato in periodi di bruschi crolli dell’azionario. Per esempio, tra il 26 gennaio e l’8 febbraio di quest’anno, quando nei mercati abbiamo assistito a un picco della volatilità, il metallo prezioso ha registrato un calo del 2,3% (in termini di dollari) rispetto al -9,1% dell’MSCI World Index, mentre durante la crisi finanziaria tra il 31 ottobre 2007 e il 9 marzo 2009, l’oro ha mostrato un +15,8% rispetto a un calo del 59,1% dell’MSCI World Index (figura 1).

Figura 1: Performance dell’oro in fasi di volatilità di mercato

OMGI interna
 

Cavalcare l’onda dell’oro

Modificare il mix tra lingotti d’oro e azioni di società di estrazione nel portafoglio può aiutare a sostenere i rendimenti in momenti in cui le quotazioni dell’oro aumentano e a limitare l’effetto del calo dei prezzi del metallo giallo sulle performance. Ciò si può ottenere attraverso un approccio flessibile e dinamico alle combinazioni di allocazioni di oro e argento e di lingotti e titoli azionari. Quindi, quando l’outlook per l’oro è positivo, avere una sovraesposizione su oro e argento può essere positivo per aumentare i ritorni. Al contrario, quando l’outlook per l’oro è negativo, una sovraesposizione sui lingotti può fornire la liquidità necessaria a superare le turbolenze del mercato.

Nello scegliere i titoli delle società di estrazione, non bisogna sottostimare l’importanza del rischio geopolitico e operativo. Il nostro consiglio è di evitare alcuni paesi e limitare i titoli detenuti in portafoglio a un paniere di titoli di cui si conoscono in modo approfondito i rischi. L’impatto sui prezzi di molti titoli di società di estrazione russe ad aprile, quando gli Stati Uniti hanno imposto nuove sanzioni alla Russia, mostra i vantaggi di tale approccio.

Il prezzo dell’oro è aumentato del 9,8% in termini di dollari da gennaio 2017. Al contrario, il prezzo dell’argento si è mosso in un range più limitato, salendo del 3,2% nello stesso periodo. Il rapporto oro/argento evidenzia quante once di argento siano necessarie per acquistare un’oncia di oro. Tale rapporto si trova al momento a livelli che raramente (e di poco) sono stati superati nel corso degli ultimi vent’anni. Al momento si posiziona quindi ad un livello che pari ad un primo segnale di bull market per l’oro e l’argento. Un rapporto così elevato indica anche che i prezzi dell’argento dovrebbero sovraperformare quelli dell’oro nei prossimi cinque anni.