Economia
Pagamenti digitali, verso la PSD2: banche e fintech insieme sui servizi
In attesa dell’entrata in vigore della PSD2 a Milano un convegno ha fatto incontrare banche, fintech e nuovi player per sondare gli ambiti di collaborazione
Pagamenti digitali, criptovalute, open banking, arrivo il 14 settembre della PSD2: tanti i temi all’ordine del giorno, che costringono gli operatori a una riflessione per rivedere le regole del gioco. Insieme a questi, l’emergere di concorrenti insospettabili dal mondo del fintech e bigtech, che comportano per le banche tradizionali un necessario ripensamento della relazione con gli stakeholder, risparmiatori e imprese.
Milano Finanza Digital Week si apre con un evento nella sede milanese di Banca d’Italia dal titolo Una vita senza contanti, dedicato alla sostituzione del denaro contante con i pagamenti digitali.
Il tema dei pagamenti digitali è balzato agli onori della cronaca non solo per le numerose operazioni dei cosiddetti Bigtech (Apple ha già realizzato una sua carta di credito) ma anche per la quotazione di Nexi, la più grande società del settore in Italia. Vero è che il ritardo italiano rispetto ai maggiori paesi europei rimane abbondante, come ha fatto sapere il padrone di casa Giuseppe Sopranzetti, Direttore della sede milanese di Banca d’Italia, in apertura di giornata: “Nonostante gli sforzi fatti per recuperare il gap di innovazione tecnologica, si tratta di un divario significativo. In ambito finanziario, mentre l’Europa sta correndo, l’Italia considera lo sviluppo tecnologico del settore tra le priorità, ma è ancora ben lontana dalla meta”. La soluzione per accelerare, dal suo punto di vista, consiste nel trovare regole comuni: “L’organo di vigilanza non agire in maniera stringente perché in questo modo impedirebbe lo sviluppo; dall’altro lato servono regole per presidiare possibili rischi (di privacy e concorrenza del mercato). Dunque il giusto approccio è quello che considera le regole non soltanto in ottica punitiva, ma come base per sviluppare pratiche virtuose e dare fiducia al mercato”.
Pagamenti digitali: l’infrastruttura c’è, mancano regole e cultura
“La penetrazione dei pagamenti digitali in Italia è inferiore rispetto a quella nei principali paesi europei con un 26% contro la media europea del 45% e punte che arrivano al 70%”, ha fatto sapere Vincenzo Gringoli, Partner Bain&Company, “ma la crescita degli ultimi anni è incoraggiante, con un +50% dal 2013. Non si tratta di questione di infrastruttura, che esiste, ma di utilizzo corretto di quella infrastruttura, quindi di cultura dei pagamenti digitali”.
Innegabile, dunque, che un’accelerazione ci sia stata, ma a cosa è stata dovuta? “Abbiamo assistito”, ha continuato Gringoli, “a innovazioni importanti lato issuing, come il cashless, apple e google pay o i pagamenti in app; ma anche a innovazioni lato servizi ai merchant, come connessioni pos più veloci, app per i merchant con dati in tempo reale, strumenti avanzati di accettazione come pos android”. Tali innovazioni guidano la crescita dei pagamenti tramite carta che, stando al parere del consulente, continueranno a crescere molto rapidamente.
Ma i pagamenti digitali non sono solo carte. Anche il settore dell’instant payment (possibilità di fare un bonifico in tempo reale), del sepa e dell’account to account tramite smartphone stanno crescendo. In questo contesto turbolento, si affacciano sul mercato nuovi player provenienti da settori diversi rispetto a quello finanziario come Facebook con la criptovaluta Libra e Amazon Pay. Tale contesto, sempre più complesso, richiede “una regulation comune”: “Parlando di regole”, ha dunque, concluso Gringoli, “la PSD2 rappresenta un momento importante. Da un lato, con l’introduzione della Strong Customer Authentication; dall’altro, con la possibilità per le banche di fornire i dati dei propri clienti a terze parti in sicurezza. Tutto ciò contribuirà indubbiamente ad aprire il mercato”.
Pagamenti digitali: per Nexi la partita si gioca sui servizi; necessaria collaborazione banche-fintech
D’accordo si è detto Marco Ferrero, Direttore Commerciale di Nexi, intervenuto alla tavola rotonda: “Il recupero del gap sui pagamenti digitali verso i paesi europei più virtuosi sta avvenendo attraverso uno sforzo collettivo del sistema bancario e grazie a investimenti importanti”. “La normativa che entrerà in vigore dal 14 settembre”, ha proseguito Ferrero ad Affaritaliani.it, “ha aiutato ad accelerare il passo soprattutto su due tematiche. La prima riguarda l’apertura della piattaforma con la possibilità di rendere operativa l’infrastruttura che è stata messa in piedi dal consorzio CBI e che vede aderenti tutte le banche italiane. Tale fatto garantirà l’apertura di nuovi servizi destinati a consumatori, pmi e istituzioni da parte delle banche in collaborazione con il fintech”. “Dall’altro lato, la SCA servirà a garantire la sicurezza nell’evoluzione del mondo dei pagamenti”. Una partita che si gioca, quindi, sui servizi e che Nexi sta affrontando sviluppando il proprio ruolo di partner di banche e istituzioni facendo leva su infrastruttura tecnologica all’avanguardia e sulle competenze. Una partita che è anche culturale, come spiega Ferrero: “L’opera di sensibilizzazione portata avanti dalle banche sta dando i suoi frutti, come testimonia la velocità alla quale stiamo viaggiando per recuperare il gap, doppia rispetto a quella dell’Europa”.
VIDEO - Ferrero, Nexi: "Con PSD2 nuovi servizi per le banche in collaborazione con fintech"
Pagamenti digitali: da Unicredit un progetto paneuropeo per lo sviluppo di una piattaforma di servizi compliant alla PSD2
Lato banche, esiste pertanto una forte attenzione al tema. Lo ha raccontato ad Affaritaliani.it Claudia Vassena, Head di Buddybank, la struttura di Unicredit creata per operare tramite iPhone: “Buddybank è completamente integrata nel progetto PSD2 di Unicredit, un progetto paneuropeo al quale partecipano tutte le banche del Gruppo, che prevede una piattaforma compliant alla nuova normativa e sulla quale poggeranno tutti i servizi nonché le partnership che svilupperemo con i nuovi fintech”. Buddybank fungerà da pilota di questi servizi per testare sulla popolazione digitale se quanto proposto dal mercato è il linea con le esigenze dei clienti. “Ma anche per insegnare loro”, ha specificato Vassena, “cosa significa operare sul web con le nuove regole, a partire dalla sperimentazione con la popolazione giovane della app fino ad arrivare a sensibilizzare tutto il mercato di Unicredit, dal mass market al private, dal wealth management alle pmi”.
VIDEO - Vassena, Buddybank (Unicredit): "Il progetto paneuropeo del Gruppo sulla PSD2"
La digitalizzazione dell’ecosistema economico italiamo: il Polo dell’export Sace Simest digitalizza i prodotti per l’internazionalizzazione delle pmi
“In questo contesto di cambiamento anche noi siamo una goccia che aiuta a vedere il bicchiere mezzo pieno”, ha sottolineato l’AD di Sace Alessandro Decio. “Ci siamo dati un’agenda digitale da circa tre anni”, ha proseguito Decio ai microfoni di Affaritaliani.it, “con l’obiettivo di digitalizzare i prodotti accessibili ai nostri clienti per l’export. In questo modo chi decide di usufruirne può fare tutto – finalizzare i contratti, procedere ai pagamenti – tramite l’online, senza spostarsi dal proprio ufficio dunque in modo più semplice. La scelta verso la digitalizzazione significa rendere prodotti pensati per le grandi aziende accessibili anche alle piccole”. Quanto alle criptovalute, Decio ha sposato l’idea di una loro regolamentazione “sempre più necessaria quanto più aumenterà la diffusione di queste valute”.
VIDEO - Decio, Sace: "Digitalizzare i prodotti export per migliore accessibilità PMI"