600 milioni per riduzione Tari 2021 da parte dei Comuni. Fondo con una dotazione di 600 milioni di euro per l'anno 2021 che i Comuni concederanno a titolo di riduzione della Tari per attenuare l'impatto finanziario del perdurare della pandemia sulle categorie economiche interessate dalle chiusure obbligatorie o dalle restrizioni nell'esercizio delle attivita'. Lo prevede la bozza del decreto Sostegni bis. I Comuni potranno concedere riduzioni della Tari in misura superiore alle risorse assegnate a valere su risorse proprie o sulle risorse assegnate nell'anno 2020 e non utilizzate. Potranno anche determinare, nel rispetto di criteri di semplificazione procedurale e, ovunque possibile, mediante strumenti telematici, le modalita' per l'eventuale presentazione della comunicazione di accesso alla riduzione da parte delle attivita' economiche beneficiate.
Interventi Patrimonio Destinato al 31/12, apporti oltre 2021. Patrimonio Destinato guarda oltre il 2021. La bozza del decreto Sostegni bis infatti punta a consentire, anche per gli anni dal 2021 in poi, l'apporto di liquidita' a Patrimonio Destinato di Cdp, in alternativa, parziale o totale, all'apporto di titoli di Stato. Una possibilita' di questo tipo era contemplata per il 2020, "ma il lungo lavoro necessario per l'applicazione del Patrimonio Destinato al rilancio non ha permesso di poterne fruire", si legge nella bozza. La norma tenta di superare una serie di complicazioni legate soprattutto all'oscillazione del valore dei titoli di Stato, riscontrate nell'attuazione degli apporti al Patrimonio Destinato. Inoltre si estendono gli interventi di supporto pubblico (prestiti obbligazionari subordinati, aumenti di capitale e strumenti ibridi) al 31 dicembre. "In considerazione del ritardato avvio dell'operativita' della misura rispetto a quanto pianificato, si ritiene che l'estensione dei termini entro cui disporre le misure di aiuto non comporti un incremento degli oneri rispetto a quanto attualmente scontato sui saldi di finanza pubblica", si legge ancora nella bozza.
Ace innovativa rafforzata, credito imposta anticipato. La misura viene rafforzata per l'anno d'imposta 2021 e si prevede la possibilita' di usufruirne anticipatamente sotto forma di credito d'imposta. Il decreto prevede in pratica la possibilita' di calcolare un rendimento Ace del 15% sugli aumenti di capitale effettuati nel 2021 fino a 10 milioni e di trasformarlo in credito di imposta da utilizzare in compensazione nello stesso anno; precludendo la deduzione Ace nei limiti del reddito imponibile e il riporto agli anni successivi delle eventuali eccedenze. Il rendimento nozionale e' valutato con aliquota del 15%, indipendentemente dall'importo del patrimonio netto; tutti gli incrementi rilevano a partire dal primo giorno del periodo d'imposta, in deroga al criterio del pro rata temporis; meccanismi di recapture del beneficio fiscale fruito sono previsti, qualora nei due anni successivi al 2021 il patrimonio netto si riduca per cause diverse dall'emersione di perdite di bilancio. La misura vale oltre 2 miliardi.
2 miliardi in piu' su debiti commerciali di enti territoriali. Incrementato di 2 miliardi di euro il Fondo per assicurare la liquidita' per pagamenti dei debiti certi, liquidi ed esigibili destinato a concedere anticipazioni a Regioni, Province autonome ed enti locali, che si trovino in uno stato di carenza di liquidita', anche dovuta al protrarsi della situazione straordinaria di emergenza sanitaria, per far fronte al pagamento dei propri debiti di carattere commerciale certi, liquidi ed esigibili. La norma consente di attivare uno strumento straordinario destinato ad accelerare il pagamento dello stock di debiti degli enti territoriali, maturati sino al 31 dicembre 2020 nei confronti dei fornitori di beni e servizi, fornendo liquidita' alle imprese.
Proroga Dta/credito imposta al 30/6/2022, tetto sale al 3%. Trasformazione Dta in crediti d'imposta per altri sei mesi, includendo tra le aggregazioni agevolabili anche quelle deliberate fino al 30 giugno 2022. Limite elevato dal 2% al 3% della somma delle attivita' dei partecipanti alla fusione o scissione; per la capogruppo, possibilita' di considerare ai fini dell'applicazione del limite del 3%, invece che le attivita' risultanti dalla situazione patrimoniale, i valori risultanti dall'ultimo bilancio consolidato disponibile. Inoltre il beneficio della conversione in crediti d'imposta e' esteso a tutte le perdite riportate a nuovo da parte della consolidante. Infine si determina che le operazioni di aggregazione aziendale, cui e' riconosciuto il valore di avviamento e quello attribuito ai beni strumentali materiali e immateriali fino a 5 milioni, devono essere effettuate entro il 2021 anziche' al 2022. Prorogati al 31 dicembre gli incentivi per la cessione dei crediti (-716 milioni).
Secondo la Relazione tecnica, l'innalzamento del tetto di trasformabilita' fa lievitare il totale attivo complessivo interessato del 15% rispetto agli attivi attuali. Per quanto riguarda la cessione dei crediti, la bozza considera i dati forniti dagli operatori del settore, secondo cui i crediti deteriorati ceduti da societa' finanziarie e non finanziarie nel 2021 saranno pari orientativamente a 17 miliardi (10 miliardi Banche, 4 miliardi altri e 3 miliardi indotti); il cedente trasforma le deduzioni (perdite, Ace) per circa 3,4 miliardi; il credito per imposte anticipate Dta e' pari a circa 896,5 milioni ai fini Ires. Per poter trasformare le Dta in credito risulta necessario il pagamento di un canone dell'1,5% deducibile ai fini Ires e Irap. Conseguentemente il cedente non potra' piu' dedurre negli esercizi successivi quanto trasformato in credito. La perdita di gettito e' attesa solo il primo anno, nei successivi il saldo e' positivo.
(Segue...)
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