Economia
Patuelli: "Extraprofitti banche? Non esistono. Il governo li confonde con gli utili, quelli sono 40 mld"
Il presidente dell'Abi manda un messaggio a Meloni: "Gli istituti di credito hanno aumentato di 4 volte gli interessi pagati"
Abi, Patuelli manda un messaggio al governo: "Non vanno confusi gli utili con gli extraprofitti"
Antonio Patuelli, presidente dell'Abi, non vuole più sentir parlare di tassa sugli extraprofitti. I dati in suo possesso indicano una situazione per le banche favorevole, sia dal lato dei lavoratori che da quello delle imprese e che quindi i "sacrifici" non sono necessari. Patuelli entra ancora di più nel dettaglio: "Gli interessi corrisposti dagli istituti di credito, ovvero la quota di tasse sui rendimenti finanziari, aumentano del 296%, passando da 1 miliardo e 82 milioni a 4 miliardi e 289 milioni. Ciò significa che le banche hanno aumentato di 4 volte gli interessi pagati". Poi Patuelli si rivolge al governo: "Extraprofitti non ce ne sono. Il ministro Salvini - spiega Patuelli a La Stampa - ha parlato di 40mld di extraprofitti, ma non è così, quelli sono gli utili. Io concordo con il ministro dell’Economia quando parla dell'articolo 53 della Costituzione e il testo è chiaro. Questo articolo dice che le tasse sono progressive rispetto al reddito, o nel caso delle imprese agli utili. Non è che l’articolo 53 dice che lei ha un’aliquota e io ne ho un’altra. Noi abbiamo milioni di risparmiatori azionisti, consapevoli".
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Patuelli affronta anche la questione relativa all’operazione di Unicredit in Germania con Commerzbank: "L’Italia - prosegue Patuelli a La Stampa - è il Paese dell’Unione Europea che è più aperto alle banche estere. In secondo luogo le banche europee non sono banche internazionali: fanno parte dello stesso mercato e di conseguenza le autorità di vigilanza le hanno autorizzate e tutto è avvenuto nella serenità più assoluta. Non è che siamo in un nuovo scenario. La questione Unicredit in Germania è un banco di prova per l’Unione bancaria. L’Unione bancaria compie 10 anni il 4 novembre prossimo. Noi abbiamo una certezza: che l’autorità di vigilanza ha sede a Francoforte ed è unica per tutta l’Unione bancaria. È quella che decide, non decidono i parlamenti e i governi".