Economia

Pensioni: APE, ape volontario, quota 41: news. CAOS RIFORMA PENSIONI

Riforma pensioni: APE (anticipo pensionistico) volontario, quota 41, INPS... Le news sulle pensioni

Riforma Pensioni, Per L'ape Volontario pensione minima di 700 euro


L'Ape (anticipo pensionistico) nella forma volontaria partirà dal 1° maggio 2017 in via sperimentale fino al 31 dicembre 2018 e potrà essere fruita dai lavoratori in possesso di 63 anni di età. Entro il 31 dicembre 2018 il Governo verificherà i risultati della predetta sperimentazione, al fine di una sua eventuale prosecuzione. Lo precisa la bozza della Legge di Bilancio che il Governo ha depositato nelle ultime ore alla Camera dei Deputati. Si iniziano dunque a delineare i contorni della misura che renderà dal prossimo anno più flessibili le uscite dei lavoratori prossimi alla pensione. Lo riporta pensionioggi.it Second cui, il documento precisa che l’APE sarà " un prestito corrisposto a quote mensili per dodici mensilità fino alla maturazione del diritto alla pensione di vecchiaia". Per accedere alla misura occorrerà avere un'età anagrafica minima di 63 anni, maturare il diritto a una pensione di vecchiaia entro 3 anni e 7 mesi, essere in possesso di un requisito contributivo minimo di 20 anni ed avere una pensione, al netto della rata di ammortamento corrispondente all'Ape richiesta pari o superiore, al momento dell'accesso alla prestazione, a 1,4 volte il trattamento minimo previsto dall'assicurazione generale obbligatoria. In sostanza, la pensione lorda, calcolata al momento dell'accesso all'APE, dovrà risultare non inferiore a circa 700 euro al mese dato che il trattamento minimo nel fondo pensione lavoratori dipendenti è pari a circa 500 euro al mese.

La durata minima dell'Ape sarà di sei mesi -  sottolinea pensionioggi.it - e la restituzione del prestito avverrà a partire dalla maturazione del diritto alla pensione di vecchiaia, con rate di ammortamento mensili per una durata di venti anni e sarà assistito da una polizza assicurativa obbligatoria per il rischio di premorienza del percettore.
 

Pensioni: Inps, debito non rilevante per regole finanza pubblica


"Il debito pensionistico e' un indicatore il cui ammontare non e' rilevante nell'attuale sistema di regole di finanza pubblica. Dato che guarda al lungo periodo, un calo del debito puo' essere anche compatibile con un aumento del disavanzo per alcuni anni". E' quanto precisa l'Inps in una nota in cui sottolinea che "l'impatto sulla finanza pubblica e sulle regole fiscali nel breve periodo delle proposte contenute in legge di bilancio viene esposto dalle relazioni tecniche di accompagnamento, alla cui realizzazione l'Inps ha collaborato e che saranno valutabili solo quando la manovra arrivera' in Parlamento. Ai fini della sua stima", si legge ancora nel comunicato, "il debito pensionistico e' definito come l'insieme dei pagamenti, al netto dei contributi versati, delle generazioni di lavoratori e pensionati attuali e future. Il debito pensionistico si distingue dal debito pubblico perche' non implica ancora degli impegni di natura finanziaria. Si definisce come debito implicito perche', in linea di principio, e' possibile per un governo intervenire sui regimi pensionistici prima di tradurre le politiche in obblighi finanziari. Infine, trattandosi di flussi finanziari di lungo periodo (75-80 anni), le stime sono soggette a frequenti revisioni legate all'andamento demografico, alla crescita economica e alle altre variabili sottostanti".


Pensioni: Inps, 6,4 mln sotto i 1.000 euro, quasi la meta' al Sud


Il 64,6% delle pensioni hanno un importo mensile inferiore ai 1.000 euro. Lo riferisce l'Inps nell'Osservatorio sul casellario dei pensionati, secondo cui i pensionati che hanno un reddito pesnionistico fino a 500 euro sono 2.038.627 e quelli da 500 a 1000 euro ammontano a 4.366.766; in totale hanno un reddito da pensione inferiore a mille euro 6,4 milioni di persone. Nel Mezzogiorno il numero dei pensionati con redditi pensionistici sotto i 1.000 euro superano il 48% del totale, mentre sono il 32% al Nord e il 36% al Centro. La spesa pensionistica sostenuta per l'erogazione delle pensioni sotto i mille euro e' il 32% del totale, mentre la percentuale dei redditi pensionistici corrispondenti ai pensionati piu' poveri (sotto i 1.000 euro mensili), si dimezza al 16%. Le pensioni fino a 500 euro sono circa 5.900.000 e rappresentano il 25,5% del totale; quelle tra 1.000 e 1.500 euro sono 3.159.808 pari al 13,7% del totale. L'insieme delle pensioni che superano i 1.500 euro e' costituito da poco meno di 5 milioni di pensioni, pari al 21,6% del totale. I pensionati che percepiscono piu' di 2.000 euro al mese rappresentano il 21,5%, mentre le pensioni l'11,7%, con importi che pesano per il 34,5% sulla spesa pensionistica complessiva


Pensioni: Boeri, mai detto impegni governo poco credibili


"Mai detto e mai pensato che gli impegni del governo non sono tanto credibili". Lo afferma il presidente dell'Inps, Tito Boeri, correggendo le notizie di stampa che avevano attribuito queste parole al numero uno dell'Istituto di previdenza. "Anzi - aggiunge - le osservazioni che in passato ho rivolto all'esecutivo le ho fatte proprio perche' so che il governo si impegna seriamente sui suoi piani. Oggi mi sono espresso unicamente sul tema delle salvaguardie, precisando che ci avevano detto che la settimana sarebbe stata l'ultima, invece ora c'e' l'ottava e ho gia il tam tam della nona". "Prendo atto con soddisfazione della precisazione del Presidente dell'Inps riguardo alcune sue affermazioni che erano state riportate dalle agenzie", afferma il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti. "Ritengo, del resto, che non si possa dubitare circa l'impegno positivo del Governo che ha inteso affrontare, nel segno dell'equita' e del sostegno alle fasce piu' deboli, temi che erano aperti da tempo e che investono direttamente la vita di tante persone", aggiunge il ministro. Per quanto riguarda, in modo specifico, gli interventi per le salvaguardie, "voglio sottolineare che si tratta di un tema di grande valenza sociale attraverso il quale Parlamento e Governo hanno voluto porre rimedio ad una grave ingiustizia prodotta dalla legge Fornero".


PENSIONI, QUOTA 41


La manovra contiene uno ‘sconto’ di 22 mesi per il requisito contributivo, stabilendo la ‘quota 41’, per i lavoratori precoci.