Pensioni, Fornero ad Affaritaliani: "Renzi ha fatto bene". Ecco perché - Affaritaliani.it

Economia

Pensioni, Fornero ad Affaritaliani: "Renzi ha fatto bene". Ecco perché

di Andrea Deugeni
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"La decisione del governo Renzi di restituire con un decreto rimborsi una-tantum da 750 a 278 euro, esclusi gli assegni sopra i 3.200 euro, è stata l'unica direzione possibile. Bisognava ottemperare alle richieste della Corte Costituzionale, senza destabilizzare i conti pubblici". Lo dice ad Affaritaliani.it l'ex ministro del Welfare Elsa Fornero, intervistata sul decreto appena varato dal Cdm sulle pensioni, misura che ha sanato la situazione dopo la dichiarazione di incostituzionalità da parte della Consulta  del mancato adeguamento dei trattamenti previdenziali al costo della vita, deciso a fine 2011 proprio dall'esecutivo Monti di cui la Fornero faceva parte. "E' una sentenza  che ha messo fortemente in discussione il patto fra le generazioni e la stessa Corte non volesse implicare una restituzione piena, immediata e per tutti. Nella sostanza, la scelta dell'esecutivo va incontro a quello che la Corte ha stabilito", dice.


L'INTERVISTA

Come valuta il decreto con cui il governo Renzi ha affrontato il nodo delle pensioni, dopo la sentenza della Corte Costituzionale?
"E' stata l'unica direzione possibile. Bisognava ovviamente ottemperare alle richieste della Consulta e farlo però al tempo senza destabilizzare i conti pubblici italiani e senza mettere a rischio la nostra stabilità finanziaria, così tanto faticosamente acquisita. D'altra parte, anche il fatto che la sentenza della Corte Costituzionale sia stata molto discussa, come dimostra il voto finale determinante del presidente, indica che la Consulta non volesse implicare,  anche interpretando con una certa prudenza la sentenza, una restituzione piena, immediata e per tutti. Mi sembra che il governo abbia deciso di andare verso una soluzione graduale e limitata a una certa platea di pensionati, quelli ovviamente più vicini alla soglia critica che per noi era quella del 3%. Nella sostanza, la scelta dell'esecutivo va incontro a quello che la Corte ha stabilito".

Ma il caso è chiuso in maniera definitiva oppure arriveranno altri ricorsi che lo riapriranno?
"In Italia, come in altri Paesi, i ricorsi si fanno sempre, per il semplice fatto che ci sono molte persone interessate a farlo perché lavorano sui ricorsi. Non è stata una sentenza emessa all'unanimità e mette fortemente in discussione il patto fra le generazioni, che è il carattere essenziale di un sistema pensionistico così com'è configurato il nostro. E' una questione di buon senso: lo Stato italiano non avrebbe avuto la possibilità di rimborsare tutto a tutti e subito. Immagino che questo fosse l'obiettivo dei giudici che all'interno della Corte Costituzionale hanno deciso di privilegiare la nozione dei diritti acquisiti anziché quella di un corretto rapporto fra le generazioni".

Quindi, esite la possibilità che arrivino altri ricorsi e che il problema si ripresenti fra qualche anno...
"L'Italia è un Paese abbastanza litigioso e non dà segni di grande unità. Valuto però positivamente il fatto che ci siano stati molti soggetti fra i potenziali beneficiari della restituzione che abbiano detto di desiderare una soluzione che consegnasse maggiori prospettive ai giovani, piuttosto che restituire dei soldi a pensioni che, se consideriamo il limite dei 3.000 euro, sono già alte. E' anche bello che qualcuno voglia rinunciare ai rimborsi in favore di una solidarietà vera fra le generazioni, solidarietà che molte leggi del passato hanno spesso violato".