Economia

Pernigotti, confermati chiusura e trasferimento. Di Maio: Conte li convocherà

Pernigotti, Toksoz al Mise conferma la chiusura. Di Maio: Conte convocherà la Pernigotti e la proprietà turca

Il gruppo turco Toksoz, rappresentato da consulenti, ha ribadito, nel corso del tavolo al ministero dello Sviluppo economico, dove si svolge il tavolo sulla Pernigotti, la volontà di chiudere lo stabilimento di Novi Ligure, in provincia di Alessandria, e la terziarizzazione della produzione. E' quanto emerge da fonti sindacali presenti all'incontro.

A rischio sono oltre 250 lavoratori (100 dipendenti, 150 tra stagionali e interinali e 20 lavoratori del settore commercio).

PERNIGOTTI: DI MAIO, TAVOLO AVANTI MA SOLO CON TOKSOZ, CONTE LI' CONVOCHERA'

"Il tavolo va avanti ma solo se viene la proprietà turca ed è per questo che è il presidente del consiglio, Giuseppe Conte convocherà la Pernigotti e la proprietà turca, la Toksoz". Così il ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro, Luigi Di Maio al termine del tavolo Pernigotti al Mise. Alla proprietà turca, rileva, "spiegheremo che il marchio Pernigotti e il sito sono uniti. Se la proprietà turca non vuole investire nello stabilimento di Novi Ligure allora deve dare totale disponibilità all'utilizzo del marchio e noi ci impegneremo a trovare nuovi soggetti interessati", sottolinea Di Maio. "Non è accettabile che si prenda il marchio e si lasciano i lavoratori a casa: questa gente ha creato la Pernigotti", rileva. Il marchio Pernigotti, sottolinea ancora Di Maio, "è un marchio del made in Italy. Se esiste lo dobbiamo alla tradizione del territorio e ai suoi lavoratori. Che sono i lavoratori che hanno creato questo marchio e lo hanno fatto diventare grande". Qualsiasi tipo di disponibilità sulla cassa integrazione o sugli incentivi per le nuove tecnologie, aggiunge, "la daremo ma deve essere chiaro che sarà legata al destino dei lavoratori e del marchio". Di Maio, nell'annunciare entro fine anno una proposta di legge per legare marchi ai territori, sottolinea che "non è più accettabile che si venga in Italia e si prenda un'azienda come la Pernigotti, si acquisisca il marchio e si cambino cinque manager in cinque anni, che non si produca un effetto positivo per la gente e poi si annunci che si tengono il marchio e si abbandonino i lavoratori. Non è quello che abbiamo in mente come idea di paese: faremo di tutto per proteggere i lavoratori". "Deve essere chiaro un principio: la cassa integrazione per cessazione deve essere legata alla reindustrializzazione" conclude il vicepremier.