Economia
Piazza Affari si ferma: primo sciopero della storia. I motivi dietro lo stop
Fabi, First Cisl e Fisac Cgil hanno proclamato uno sciopero dalle 15:30 fino alla fine del turno. Quattro le rivendicazioni sindacali contro Euronext
Sciopero a Piazza Affari, il primo della storia della Borsa: ecco cosa ci cela dietro la protesta
Oggi, 27 giugno 2024, è una giornata storica per i dipendenti di Borsa Italiana: alle 15:30 di questo pomeriggio inizierà il primo sciopero di Piazza Affari. Per la prima volta i dipendenti del gruppo incrociano le braccia e scendono in strada. Le organizzazioni sindacali Fabi, First Cisl e Fisac Cgil hanno deciso all'unisono di mobilitarsi per due ore, fino alla chiusura delle contrattazioni alle 17:30. Al momento non è prevista alcuna retromarcia sebbene il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, abbia convocato i sindacati, il prossimo 3 luglio, per approfondire la faccenda. L'iniziativa rientra in una più ampia fase di mobilitazione.
Questa protesta, lungamente meditata, è motivata dalla preoccupazione per lo spostamento del centro decisionale a Parigi da parte di Euronext, la federazione di Borse europee che gestisce diverse piazze finanziarie, tra cui la stessa di Milano. I dipendenti (circa 800 nella capitale economica italiana) temono che ciò possa minare l'importanza storica di Piazza Affari.
Che cosa viene contestato
"A fronte dell'importanza sistemica di tutte le società del gruppo Borsa Italiana, denunciamo - questa la motivazione messa sul tavolo una decina di giorni fa dai sindacati - il costante, sistematico e complessivo disinvestimento dall'Italia del Gruppo Euronext, e lo svuotamento dall'interno delle strutture italiane". Ma in realtà, alla base ci sono quattro nodi fondamentali da sciogliere.
"Profonda" è innanzitutto la preoccupazione dei sindacati per la tenuta occupazionale sul territorio nazionale. "Mentre si delineano progetti di delocalizzazione e near shoring di intere aree di attività al di fuori dei confini nazionali, l'azienda continua a rifiutarsi di fornire garanzie e di intraprendere percorsi condivisi di tutela dei posti di lavoro e di valorizzazione delle professionalità esistenti", hanno precisato i sindacati.
Il secondo tema è quello legato alla questione salariale: "a fronte delle recenti dinamiche inflazionistiche, la scelta della parte di non corrispondere gli aumenti salariali previsti dal rinnovato Ccnl rappresenta l'ultimo di una serie di episodi che evidenziano la volontà del gruppo di non voler proteggere il potere di acquisto dei lavoratori italiani."
Il terzo punto "di profondo disagio e preoccupazione" è legato all'organizzazione del lavoro. "A seguito di strutture organizzative che nel corso del tempo sono divenute sempre più fragili, nel Gruppo Borsa Italiana è diventato sistematico e oramai strutturale il ricorso al lavoro straordinario, al lavoro di sabato, festivo e perfino notturno, unito a una gestione insostenibile della reperibilità, mettendo a repentaglio la salute psicofisica dei lavoratori", denunciano i sindacati.
L'ultimo elemento di rivendicazione è legato al tema della governance e della "progressiva perdita di autonomia direzionale e strategica delle società italiane del gruppo Borsa Italiana". "A fronte della rilevanza nazionale dell'infrastruttura di mercato, notiamo un progressivo trasferimento al di fuori dell'Italia dell'indirizzo strategico del Gruppo, e di uno spostamento dei ruoli apicali in altre aree geografiche del gruppo Euronext", sottolineano i sindacati secondo i quali "tutti e quattro i punti sopra menzionati crediamo confermino la volontà del gruppo Euronext di disinvestire progressivamente dall'Italia, scelta questa che desta profonda preoccupazione per la tenuta della competitività complessiva del sistema Paese, oltre che per le evidenti e potenziali ricadute occupazionali e depauperamento delle professionalità presenti sul territorio italiano".
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Il ruolo di Euronext
Euronext ha acquisito Borsa Italiana per 4,4 miliardi di euro da London Stock Exchange nell'aprile 2021. Come federazione di Borse europee, gestisce Milano insieme a Parigi, Amsterdam, Bruxelles, Lisbona, Dublino e Oslo.
Cassa Depositi e Prestiti e Intesa Sanpaolo sono entrati nell'azionariato di Euronext con un investimento totale di 579 milioni di euro, Cdp al 7,3% e Intesa Sanpaolo all'1,2%. Tra gli altri azionisti figurano BNP Paribas, ABN AMRO, Société Générale, Cassa Depositi e Prestiti francese, Euroclear, GIC di Singapore e BlackRock. Per finanziare l'acquisizione, Euronext aveva pianificato un aumento di capitale da 1,8 miliardi di euro e l'emissione di un nuovo debito a lungo termine.
“Borsa Italiana è diventata parte di un gruppo europeo con 7 entità e non ha portato via l'Italia. I numeri sono cresciuti sia in termini di occupazione che di ricchezza”. Afferma Claudia Parzani, presidente di Borsa Italiana. Secondo la presidente, “non solo lavorano più persone per Borsa ma sono stati fatti investimenti che hanno portato capitali in Italia e hanno portato nuove aziende a quotarsi nel nostro Paese. Il tema è stato strumentalizzato”.
Che cosa aspettarsi dallo sciopero
Al momento non è ancora chiara l’entità dello sciopero, tanto meno il tasso di adesione. D'altra parte Euronext non prevede significativi disservizi nelle operazioni di mercato, considerando che i sistemi sono automatizzati e integrati su una piattaforma di trading unificata, chiamata Optic.
Tuttavia, potrebbero sorgere complicazioni in caso di crash dei server o altri problemi tecnici. Oltre alla sospensione delle attività lavorative, la protesta prevede anche il blocco della disponibilità e degli straordinari nei giorni successivi fino al 14 luglio.