Piccole imprese, le richieste a Conte. Parla Gianni Cicero (Valore Impresa)
Valore Impresa: le piccole imprese chiedono più attenzione
Intervista esclusiva a Gianni Cicero presidente di Valore Impresa consorzio nazionale di piccole imprese e professionisti. "Le picccole imprese sono il 95% del totale. Ma da 70 anni la politica economica è indirizzata sulla grande azienda"
La sede di Valore Impresa è in un centro direzionale a Roma sud e se vieni da Roma nord hai il vago dubbio che ad un certo punto del tragitto si possa attraversare un confine ed entrare in un altro contesto, però è solo un immaginario frutto del gioco scherzoso che c'è nella capitale tra quelle due zone. Si arriva facile. Il cortese ufficio stampa ci introduce negli uffici. Hanno recentemente tenuto la seconda edizione dei loro Stati Generali e a Valore Impresa, network nazionale di piccole imprese e professionisti, si vive il clima da day after. E' il momento dei bilanci e di nuove programmazioni. C'è un certo fervore. Ci incontriamo con Gianni Cicero, il presidente. Vogliamo approfondire i temi emersi dalla convention e capire qual e' lo stato del settore che rappresentano. Cicero è con Massimo Matteoli del comitato di presidenza e con la responsabilità del dipartimento turismo e cultura. "Il Teatro Eliseo era pieno. Sono stati oltre mille i partecipanti, imprenditori, professionisti, economisti anche la politica ha risposto bene". Il presidente Cicero è soddisfatto del lavoro svolto e lo dimostra. Centrodestra, Lega e M5Stelle hanno mandato i loro rappresentanti e sono interevenuti dal palco in una sorta di talk show in versione teatrale, la sinistra non è stata pienamente visibile. Sono poco attenti al vostro mondo? "No non direi così. C'erano ma hanno preferito ascoltare. Certo nei convegni di Confindustria, Confcommercio e Confartigianato c'è un altro pubblico e una visibilità diversa, è più facile". Cominciamo il nostro colloquio.
Il rapporto con la politica, un problema per voi? "Assolutamente si" dice con nettezza il presidente "in Parlamento settori lobbystici ben chiari sono rappresentati al meglio, lobby in Italia sembra ancora una parolaccia, speriamo che si avvicini sempre più al significato anglosassone, ma insomma Confindustria è ben rappresentata, la Compagnia delle Opere e ben rappresentata, gli interessi delle Coop sono ben rappresentati. Noi abbiamo una nuova visione un nuovo pensiero che esce fuori dagli schemi tradizionali. Siamo impegnati nel rilancio del settore della piccola e micro impresa che in Italia è frantumato ma è maggioranza elettorale. Abbiamo bisogno di rapresentanza politica e datoriale nuova che oggi manca. La politica deve fare di più". Cicero ci introduce nell'argomento. Ma chi è Valore Impresa? E' un network nazionale che raggruppa piccole, micro imprese e professionisti. Non ha obiettivi di carattere sindacale ma si pone come elemento propulsivo per lo sviluppo dei mercati e dei fatturati degli aderenti con azioni concrete e mirate ai settori di interesse. E' la centrale di un consorzio che raggruppa 26 società consortili nazionali di altrettante areee economiche, suddivise in realtà territoriali, una fondazione e un centro studi. Partiti dieci anni fa oggi sono una realtà capillare.
Per Cicero "Valore Impresa è un pensiero, un'indicazione, una proposta. Aggregare le piccole imprese e i professionisti per dargli una dimensione più grande che gli permetta di competere in un mondo sempre più globalizzato e complesso". Il presidente parla con trasporto, è evidente che è più di un impegno lavorativo per lui, qualcosa di più coinvolgente. Siete organizzati ma quanti siete? "Partiamo da una considerazione: il 90% delle piccole imprese non aderisce a nessuno. Io posso dire che il nostro sistema rappresenta 120.000 aziende ma sono cifre aleatorie come quelle di altri. Quello per cui noi lavoriamo, e mi preme dire, è che per ognuna delle 26 società consortili ci sono almeno dieci imprenditori impegnati nella governance e 250 imprese pronte a garantire l'esecuzione dei lavori acquisiti". Fatto qualche conto sono migliaia. Approfondiamo. Rappresentate la carne viva delle imprese, quelle fatte da persone e non da numeri. Qual è la situazione economica del Paese dal vostro punto d'osservazione? "Profonda crisi. Che non è solo da fattori internazionali. Non si fanno opere infrastrutturali, le amministrazioni hanno il patto di stabilità, le aziende in house sono sul mercato, blocco del credito, tassazione opprimente, burocrazia asfissiante. Basta questo elenco per far capire le nostre difficoltà" continua Cicero "il 95% delle imprese in Italia sono piccole imprese e si continua in un'azione legislativa fatta su norme che hanno più ricaduta sulla grande impresa. Non è solo una crisi economica quella che stiamo vivendo ma una crisi anche ideologica perchè non c'è nessuno che proponga qualcosa per la piccola impresa impegnata a vivere il quotidiano". Il governo Conte si pone come quello del cambiamento.
Lo vedete con favore e in cosa dovrebbe cambiare? "Siamo molto attenti a questa nuova classe politica. Hanno mostrato buone intenzioni a sostegno delle piccole imprese. Ora vedremo i fatti. Le premesse ci sono ma mancano interventi strutturali. Ad esempio la flat tax va bene ma per noi è molto importante il calcolo della base imponibile, le detrazioni, come si detemina l'utile e poi quando va calcolato, per noi è l'incasso che fa la differenza" questo è il nodo del discorso di Valore Impresa "Abbiamo visssuto per 70 anni di politica economica indirizzata da tavoli in cui c'erano sindacati, cooperazione, grande industria, i risultati li vediamo. Non è normale che uno stato a vocazione micro e piccole imprese di questo settore non ne tenga conto effettivamente". Le dimensioni delle aziende sono un problema? "Assolutamente si" è categorico Cicero "Questo è un problema strutturale della nostra economia. La politica sarebbe dovuta intevenire già da tempo ma non lo ha fatto. O è superficialità o sottovalutazione. Troppo concentrati sui salotti buoni". E' di questi giorni la proposta di ripristinare i voucher, prima per l'agricoltura, poi per il turismo, forse generalizzati. Voi cosa ne pensate? "Non ci deve essere un approccio ideologico" è Massimo Mattteoli ad intervenire "se una proposta è di buon senso va portata avanti. Meglio qualcosa con un minimo di tutela piuttosto che il niente" poi prosegue "il turismo vive di stagionalità anche breve e uno strumento come i voucher in alcune circostanze può risolvere un problema con facilità. C'è occupazione se c'è business se non c'è business non c'è occupazione quindi in questa logica l'elemento normativo deve facilitare l'occupazione non la deve complicare".
I voucher sono stati contestati per la tendenza ad un certo abuso. "Gli abusi vanno combattuti" è il pensiero di Matteoli "per noi un rapporto di lavoro deve essere stabile e passare per un percorso reciproco tra imprenditore e lavoratore fatto di esperienze e competenze". I temi sono ancora tanti, credito, fisco, precarietà, start up, delocalizzione, ma abbiamo già utilizzato molto tempo e spazio. Terminiamo velocemente. Come porterete avanti le vostre proposte? "Stiamo programmando un workshop seminario con gli stakeholders politici e accademici per il prossimo autunno. Da lì ci aspettiamo le linee per una vera e propria piattaforma di trasformazione". Conclude il presidente Cicero. L'orologio è corso via veloce e leggero. Andiamo. Presidente cosa direbbe a un giovane? "Quello che dico ai miei figli. Non rassegnarti, non isolarti, impegnati. Ma è la politica che deve riavvicinarli e farli partecipare". Le piccole imprese si sentono trascurate, cercano una nuova rappresentanza e un'interlocuzione con la politica che le veda protagoniste. Sono un settore trainante e vogliono farlo pesare. Salutiamo i nostri ospiti. Ci accompagnano cortesemente.