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Economia
Pichetto Fratin: "Nel terzo trimestre il costo delle bollette sarà invariato"
Gilberto Pichetto Fratin, viceministro dello Sviluppo Economico

Pichetto Fratin: bollette invariate nel terzo trimestre, ma senza intervento del governo aumenti del 45% per il gas e del 15% per l'energia elettrica

“Un pugno e una carezza”, cantava Adriano Celentano. E dunque, anche dall’inflazione e dall’incremento dei prezzi dell’energia arrivano segnali discordanti. Partiamo – e il molleggiato ci perdonerà – dalla carezza: “Con il D.L. n. 80 del 30 giugno scorso sono stati stanziati oltre 3 miliardi euro, per l’azzeramento degli oneri di sistema sulle bollette elettriche e quelle del gas e per creare un fondo per il bonus sociale su elettricità e gas. Secondo i calcoli di Arera (Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente) nel terzo trimestre del 2022, per la famiglia tipo in regime di tutela, la bolletta vedrà un lieve incremento (0,4%), mentre quella del gas, non subirà alcuna variazione”.

Lo dice il viceministro allo Sviluppo Economico Gilberto Pichetto Fratin a margine dell’Assemblea di Ania. Un’ottima notizia per le famiglie italiane, dunque, che già sono ostaggio del carrello sempre più caro e delle vacanze che hanno sostanzialmente raddoppiato il loro costo. 

Ma poi c’è il pugno: il governo non potrà supportare in eterno questa dinamica di prezzo dell’energia. Senza il sostegno dell’esecutivo, dunque, avremmo rischiato grossissimo. “In assenza di interventi – aggiunge Pichetto Fratin -, il quadro generale avrebbe determinato un aumento intorno al 45% della bolletta gas e al 15% di quella elettrica”.

Serve quindi un’alternativa. La prima, e più immediata, è quella di trovare rapidamente nuove fonti di approvvigionamento per pensionare il gas russo definitivamente. Da qui le missioni nel Nord Africa e in altri luoghi per riuscire a procedere con gli stoccaggi. Che devono accelerare, perché il rischio di una chiusura improvvisa delle forniture si fa sempre più elevato.

Infine serve spingere sugli stoccaggi: sabato 2 luglio si è raggiunto un traguardo per certi versi storico. Il gas destinato all’immagazzinamento, infatti, ha superato quello della domanda, con 107,2  milioni di metri cubi stoccati contro i 106,8 richiesti per i consumi. Sul risultato ha influito il calo della domanda del sabato, per la bassa richiesta industriale, ma anche il lavoro di Snam spinto dal recente decreto del MiTe che gli ha assegnato un ruolo di ultima istanza nel riempimento. Questo ha consentito, in una sola settimana, di portare la quota di stoccaggio dal 55 al 60%. Non resta che incrociare le dita.

 

 

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