Pil, le tensioni commerciali presentano il conto. L'Istat: Pil in frenata
Secondo l'Istituto presieduto da Giorgio Alleva "l'Italia prosegue la fase di debolezza dell'attività manifatturiera, accompagnata dal calo di ordini ed export"
Si allontana sempre più il target annuale dell1,5% di crescita 2018 fissato nel Def. Un andamento, principalmente dovuto alle tensioni sui mercati internazionali innescate dai dazi Usa che ha generato le reazioni europee e della Cina e che complica la strada del governo Conte per il raggiungimento degli obiettivi del programma gialloverde su flat tax e reddito di citttadinanza. Perlomeno quest'anno. Obiettivi che gioco forza diventeranno di legislatura.
L'Istat infatti ha appena comunicato nella Nota mensile sull'andamento dell'Economia italiana, che "l'indicatore anticipatore evidenzia una nuova decelerazione, consolidando uno scenario di contenimento dei ritmi di crescita dell'economia". Andamento che, dopo un primo trimestre in cui il Pil è aumentato di un modesto 0,3%, non sorprende il ministro Giovanni Tria che aveva avvertito i partiti di maggioranza di un rallentamento in atto.
"La crescita dell'area euro rallenta - rileva l'Istat - ma continua il processo di riduzione della disoccupazione. In Italia prosegue la fase di debolezza dell'attività manifatturiera, accompagnata dal calo degli ordinativi e delle esportazioni, più diffuso nell'area extra Ue. Il mercato del lavoro si rafforza: l'occupazione aumenta e si riduce la disoccupazione. L'inflazione torna ad aumentare, mantenendosi comunque su ritmi inferiori a quelli dell'area euro".
A giugno, sottolinea poi la Nota Istat, l'indice del clima di fiducia dei consumatori ha mostrato un significativo aumento, recuperando il forte calo registrato a maggio, sostenuto dalla componente economica. Anche le aspettative sulla disoccupazione hanno segnato un deciso miglioramento. Nello stesso mese la fiducia delle imprese ha evidenziato un aumento più contenuto. Per le imprese manifatturiere, il livello della fiducia continua a diminuire, raggiungendo il livello minimo dei primi mesi del 2017, con un peggioramento sia delle attese di produzione sia dei giudizi sugli ordini.