Piscine: i numeri di un mercato in forte crescita, malgrado alcuni problemi - Affaritaliani.it

Economia

Piscine: i numeri di un mercato in forte crescita, malgrado alcuni problemi

Covid e meteo hanno fatto esplodere le richieste di un settore che potrebbe correre ancora di più

di Andrea Soglio

Boom delle Piscine, le ragioni ed i problemi da risolvere

C’è un mercato che da 5 anni cresce, anzi, corre. C’è un oggetto che, nel silenzio più assoluto, sta diventando sempre più richiesto, da tutti. C’è qualcosa che non teme dazi, crisi politiche internazionali, governi. Stiamo parlando della piscina, qualcosa che per anni è rimasta collocata in oggetto esclusivo per vip in case di lusso o struttura da richiedere in albergo per la vacanza, e che da qualche tempo sta cambiando il suo status, in “cosa che tutti vogliono e soprattutto tutti possono”.

“Colpa, anzi, merito del Covid - ci spiega Ferruccio Alessandria, Presidente di Assopiscine - il lockdown ha cambiato le esigenze della gente. Si cercano case con più spazi e, per chi li ha, anche una piscina. Va infatti considerato come le ondate di caldo, sempre più frequenti anche al nord, portano gli italiani a cercarsi del refrigerio in qualsiasi modo, piscina compresa”

I numeri parlano chiaro. In Italia ci sono 700mila piscine interrate ed ogni anno se ne costruiscono almeno altre 15 mila, siano esse residenziali o legate a strutture alberghiere o sportive. A queste bisogna poi aggiungere il numero di quelle “fuori terra”, che sono altre decine di migliaia ogni anno. Il fatturato nel 2023 ha superato 1,2 mld di euro, con una crescita del 13%, e le proiezioni vedono una crescita nel solo settore residenziale del 40% nei prossimi due anni. Questo sta portando il nostro paese a recuperare posizione nella classifica europea che ci vede oggi al quarto posto dietro Francia, Spagna e Germania...

“Nel confronto con gli altri - continua Alessandria - paghiamo una normativa penalizzante soprattutto rispetto a quella esistente in Francia, in vigore dal 2003. In questo siamo molto in ritardo ma i contatti con la politica non mancano per recuperare terreno. Mancano poi produttori nazionali, aziende e personale anche se esiste sempre una certa difficoltà per un’attività in qualche maniera vista come “stagionale”. Ci sono poi problematiche burocratiche che per le autorizzazioni alla costruzione cambiano da città a città, complicando le cose. Insomma. Con regole più chiare, moderne e uguali ovunque si potrebbe crescere ancora di più anche perché stando alle ricerche di mercato già oggi ci sono 5 milioni di italiani che dichiarano di utilizzare abitualmente una piscina”.

Tutto chiaro ma resta il fatto che la piscina sia qualcosa nella nostra cultura legato al lusso o alla ricchezza privata. È ancora così?

“Assolutamente no e lo dimostrano i prezzi. Oggi si può costruire una piscina interrata con 20mila euro, non stiamo quindi parlando di una spesa fuori mercato. Anche perché per l’uso che se ne fa a livello residenziale, non servono certo misure enormi. Bastano anche 20, 30 metri quadrati, alcuni anche meno, per avere un luogo di refrigerio, ma anche un posto che da solo è un luogo di aggregazione e divertimento oltre che, in alcuni casi, anche un oggetto di arredo dello spazio esterno. Per non parlare poi della profondità. Con 1,2 mt si ha un prodotto che risponde perfettamente ai bisogni della gente”.

Si, però la gestione è un bel problema…

“Ma no, ormai si può gestire tutto in maniera semplice e individuale. C’è poi grande attenzione all’ambiente con impianti che riducono al massimo lo spreco di acqua e anzi, utilizzano e recuperano quella piovana”.

Possiamo quindi dire che possa essere anche un’ottima opportunità lavorativa e imprenditoriale?

“Assolutamente Si. Io sono nell’ambiente da decenni e fin dal principio stiamo pagando una sorta di dipendenza da aziende straniere. Se riuscissimo a sviluppare una nostra produzione nazionale potremmo avere una ulteriore crescita di tutto il comparto”.

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