Economia
Pnrr, Meloni prepara il blitz: azzerare i vertici e commissariare il Formez
Un altro pezzo dell’architettura istituzionale del Recovery dovrebbe cambiare assetto a stretto giro: novità sul Dipartimento della funzione pubblica
Per l’attuale ministro di riferimento, Paolo Zangrillo, non sembrano contare troppo nemmeno i numeri, dato che Bonisoli ha appena presentato un bilancio 2022 da record, con i ricavi da produzione arrivati a 79 milioni di euro, quasi triplicati rispetto al 2020, e un utile pari a 2,6 milioni.
Conti che, anzi, nell’opinione del ministro, cresciuto a pane e impresa, non costituiscono un gran vanto perché comunque il Formez trae le risorse non dal mercato ma dalle pubbliche amministrazioni, per lo più socie dell’ente, che lo utilizzano come si fa appunto con una in house. L’isolamento politico e istituzionale del presidente, che fa da contraltare al suo attivismo anche mediatico degli ultimi tempi, si è manifestato plasticamente durante la presentazione del rapporto annuale del Formez, a inizio febbraio nella sede romana della stampa estera.
Zangrillo infatti ha scelto di non presenziare e non ha nemmeno vergato, come accade da prassi, la prefazione al documento. Le settimane, nel frattempo, sono passate e tutto sembrava pronto per il blitz nel Consiglio dei ministri di martedì prossimo. In realtà, stanno maturando dei ritardi “tecnici” sul nuovo decreto Pa in arrivo, il “treno” normativo che imbarcherà la disposizione circa il commissariamento.
E si lavora allora per chiudere la partita comunque entro Pasqua. L’operazione, riferiscono diverse fonti vicine al dossier, non verrebbe lasciata totalmente in mano a Forza Italia e passerebbe da un accordo tra Zangrillo e il collega Raffaele Fitto, titolare degli Affari europei, della Coesione e soprattutto plenipotenziario per il Pnrr. Lo schema adottato dal governo per l’avvicendamento sarà quello, classico, di un commissario che azzera presidente, direttore generale e Cda e che rapidamente, nel giro di uno o due mesi, traghetta il Formez verso il rinnovo degli organi di governo. Qualcuno fa il nome del potente e preparato capo dipartimento al Dfp, Marcello Fiori, ma un addetto ai lavori osserva: “Il suo passaggio dall’ente controllante a quello controllato non sarebbe il massimo sul piano formale”.