Economia
Pnrr, l'ultima possibilità sono Eni ed Enel. La strategia dei vasi comunicanti
L'obiettivo del governo per scongiurare la figuraccia europea è quello di sganciare i progetti "irrealizzabili" dal Recovery e spostarli sul RepowerEu
Pnrr, i colossi di Stato per salvare la faccia con l'Europa
Il governo sa che si sta giocando tanto con l'Europa. Dopo la decisione di uscire allo scoperto e dire chiaramente che molti dei progetti siglati con l'Ue sono irrealizzabili, con il rischio di dover rinunciare ad una fetta importante di quei 209 mld, ecco la contromossa del ministro Fitto. Il titolare del delicato dossier sui fondi europei - si legge su Repubblica - studia la strategia dei vasi comunicanti: riversare fondi dalle opere in ritardo a quelle certe. Il mese decisivo per sbloccare la trattativa con l’Europa è già cominciato: entro il 20 aprile arriverà il quadro dai ministeri dei progetti incagliati e da eliminare. Poi a maggio è previsto il confronto in Parlamento. L’obiettivo non è rinunciare a quei progetti, né alle risorse collegate. Ma di liberarne altrettante per andare più veloci ed evitare un clamoroso flop.
Entro il 20 aprile - prosegue Repubblica - Fitto dovrebbe avere un primo quadro dai ministeri di quanti e quali progetti sono incagliati al punto da non stare nei tempi. Entro aprile o al più ai primi di maggio il ministro potrebbe riferire l’esito della mappatura al Parlamento, in occasione della relazione semestrale sul Pnrr, a sei mesi dall’ultima fatta in ottobre dall’allora premier Draghi. Prima però, dopo il Def in arrivo l’11 aprile in Consiglio dei ministri, potrebbe anticipare qualcosa alle Camere, richiamato dal Pd a riferire su ritardi e modifiche al Pnrr. Per i nuovi progetti, ma la negoziazione con la Commissione non sarà facile, si pensa a dirottare i fondi sul RepowerEu: il piano per l’efficienza energetica che per l’Italia vale 9 miliardi più il 10% (opzionale) dei fondi coesione. Si può arrivare quasi a 17 miliardi. Con il RepowerEu sarebbe più facile spendere. L’idea del governo è di usare il credito di imposta per famiglie e imprese (caldaie e pannelli, per fare un esempio). E di affidare il grosso ai colossi di Stato Eni, Enel, Snam e Terna.