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Economia
Popolare Bari: misure cautelari e interdittive per crac Fusillo

Popolare Bari: misure cautelari e interdittive per crac Fusillo

Arresti domiciliari e misure interdittive sono stati disposti dal gip di Bari, su richiesta della Procura, nei confronti degli imprenditori di Noci titolari del gruppo Fusillo e degli ex vertici della Banca Popolare di Bari, nell'ambito di un'inchiesta per la bancarotta del gruppo Fusillo. A Vito Fusillo (patron del gruppo) e' stato imposto il diveto di esercitare l'attivita' imprenditoriale e di consulenza per 12 mesi; a Marco Jacobini (ex presidente della BpB) il divieto di esercitare la professione di dirigente di istituti bancari e di imprese per 12 mesi; a Gianluca Jacobini (ex condirettore della BpB) e Giacomo Fusillo, gli arresti domiciliari. L'inchiesta - svolta dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza - ruota attorno al fallimento del Maiora Group e nei successivi passaggi di quote e fondi in societa' controllate dagli stessi imprenditori di Noci.

Pop. Bari: Procura, prestiti milionari a Fusillo in dissesto

Prestiti milionari sono stati concessi dalla Banca popolare di Bari a societa' del gruppo Fusillo di Noci in evidente dissesto: e' una delle ipotesi alla base dell'inchiesta della Procura del capoluogo pugliese, che stamattina ha portato all'esecuzione di otto misure cautelari (sei arresti domiciliari e due interdizioni), nei confronti di ex vertici della BpB e del gruppo Fusillo. I reati contestati sono bancarotta fraudolenta e riciclaggio. "L'esposizione complessiva dell'istituto di credito barese rispetto al gruppo Fusillo - si legge negli atti - ha progressivamente raggiunto la ragguardevole cifra di 340 milioni di euro" e "in ragione della longevita' e preminente rilevanza economica della posizione in questione", i rapporti con il gruppo Fusillo erano "curati direttamente e costantemente dei vertici apicali dell'istituto bancario, in persona degli indagati Marco e Gianluca Jacobini, per anni leader incontrastati in seno al management della Banca Popolare di Bari". 

Crac Fusillo: gip, pericolo indagati commettano altri reati

"C'e' pericolo che possano reiterare i reati commessi": con questa motivazione, la gip di Bari Luigia Lambriola ha imposto gli arresti domiciliari a sei degli otto indagati nell'inchiesta del procuratore vicario Roberto Rossi e del pm Lanfranco Marazia sul crac del gruppo Fusillo. "Misure diverse, che consentissero loro liberta' di movimento, consentirebbero di reiterare altri gravi fatti analoghi", e' scritto nell'ordinanza. Ai domiciliari sono finiti: Gianluca Jacobini, Giacomo Fusillo, Nicola Loperfido, Vincenzo Elio Giacovelli, Girolamo Stabile, Salvatore Leggiero. L'interdizione per un anno e' stata disposta per Vito Fusillo e Marco Jacobini.

Crac Fusillo: imprenditore ha collaborato con gli inquirenti

L'imprenditore Vito Fusillo ha collaborato attivamente con gli inquirenti, nell'ambito dell'inchiesta sul crac delle societa' Fimco e Maiora, connessa all'inchiesta sulla Banca Popolare di Bari. Proprio la "condotta collaborativa, dimostrata in sede di interrogatorio, nonche' le dichiarazioni spontanee, hanno scemato il grado di esigenze cautelari", scrive la giudice Luigia Lambriola nella sua ordinanza. Alla luce della collaborazione, il procuratore vicario Roberto Rossi e il pm Lanfranco Marazia "hanno chiesto l'applicazione di una misura cautelare piu' blanda rispetto a quella iniziale ovvero il divieto di esercitare l'attivita' imprenditoriale e l'attivita' professionale di consulenza alle imprese", che e' stata disposta per 12 mesi.

Crac Fusillo: Gdf, illeciti in 4 mega-operazioni societarie

Quattro mega-operazioni societarie illecite, con finalita' distrattive e dissipative, sono state messe in atto dagli imprenditori Vito e Giacomo Fusillo con la complicita' degli ex vertici della Banca popolare di Bari, Marco e Gianluca Jacobini, nell'ambito del fallimento delle societa' Fimco e Maiora. Lo ha scoperto il Nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza di Bari, tramite accurate analisi condotte sulla documentazione sequestrata nel luglio 2019 presso le sedi delle imprese coinvolte. Sono state svolte anche analisi forensi sui computer e server aziendali, dalle quali sono emerse operazioni irregolari. Nello specifico, si tratta della cosiddetta "Operazione Kant", relativa alla cessione di quote del capitale di due controllate della Maiora (Logistica Sud e Ambasciatori immobiliare) al fondo Kant con sede a Gibilterra; della "Operazione Trevi" relativa alla dismissione di un palazzo di pregio a Roma da parte della Fimco; della "Operazione Cni-Mcg", relativa ad altre dismissioni della Maiora e della "Operazione Soiget", che riguarda la dismissione della societa' titolare di prestigiosi alberghi quali La peschiera e il Melograno.

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