Economia

Richard Ginori, la porcellana di Pinault (Kering) non convince: mln di perdite

di Andrea Giacobino

Lo storico marchio della porcellana, fondato nel 1735 a Sesto Fiorentino e acquistato da Kering nel 2018, presenta un quadro negativo a livello di redditività

Richard Ginori,  nel 2022 perdite per 6,5 milioni. Crescono però i ricavi a 24,8 mln 

Sono passati cinque anni da quando nell’ottobre del 2018 Kering, il colosso francese del lusso guidato da François-Henri Pinault, completò l’acquisizione in Italia di Richard Ginori, storico marchio della porcellana fondato nel 1735 a Sesto Fiorentino, ma il bilancio del quinquennio presenta un quadro negativo a livello di redditività.

L’esercizio 2022 di Richard Ginori srl, infatti, s’è chiuso con una perdita di 6,5 milioni di euro che seppure inferiore a quella di 9,7 milioni del precedente bilancio, è stata interamente riportata a nuovo dai soci facendo così salire da un lato il disavanzo accumulato e non ripianato a 68 milioni e dall’altro determinando una riduzione del patrimonio netto a soli 313mila euro. L’azienda, di cui Alain François Prost è presidente e che il gruppo francese controlla attraverso la olandese K Operations, ha versato 5 milioni nella casse della Richard Ginori a fine dello scorso anno per garantirne la continuità.

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Note migliori arrivano dal fronte ricavi cresciuti nel 2022 a 24,8 milioni (+43% sull’anno prima) e a febbraio di quest’anno in miglioramento del 34% sullo stesso periodo del 2021 e del 9% sul budget. Tornando alla redditività, tuttavia, nel 2022 ebitda ed ebit sono andati in negativo, rispettivamente, per 5,5 e 7,5 milioni, risultato determinato dall’aumento dei costi (da 29 a 34,.8 milioni anno su anno) anche per effetto dell’aumento del personale (da 219 a 240 addetti). Richard Ginori è inclusa nella struttura di cash pooling del gruppo Kering che l’ha finanziata per 30 milioni di cui 14,3 milioni utilizzati a fine 2022.