Economia
Ruffinoni, NTT DATA: “New Normal? Puntare sull’human centric innovation”
L’Intervista di Affaritaliani.it a Walter Ruffinoni CEO di NTT DATA Italia
Accelerazione verso la digitalizzazione, smartworking e maggiore integrazione tecnologica anche ai vertici delle aziende: la ricetta per un umanesimo digitale secondo Walter Ruffinoni. L'intervista di Affari
La crisi sanitaria ha avuto un fortissimo impatto socio-economico. Quali, dal suo punto di vista, le conseguenze più immediate che possiamo ad ora stimare? Quali i trend di mercato che avete potuto analizzare dal vostro “osservatorio”?
Uno degli effetti più evidenti è quello di un’accelerazione verso la digitalizzazione, anche in settori per loro natura meno dinamici, come la Pubblica Amministrazione. Mi auguro che questo slancio non si fermi ma faccia da volano a quello che definiamo l’Italia 5.0. Un altro trend in crescita, legato alla progressiva digitalizzazione, è senza dubbio quello del remote working che in futuro dovrà diventare smart working. Un approccio a cui in NTT DATA stiamo lavorando già da qualche tempo e che si basa su nuova filosofia manageriale fondata sulla flessibilità del tempo e dello spazio lavorativo e dei processi legati al modo di lavorare. Una modalità che in futuro sarà sempre più diffusa e che, come abbiamo potuto osservare negli ultimi mesi consente di raggiungere, anche da remoto, risultati e obiettivi. Nel nostro caso, ad esempio, ci siamo saputi adattare velocemente e, anche in un momento di crisi come quello che stiamo attraversando, non ci siamo fermati. Lo dimostra la crescita organica del 18% in termini di fatturato in questa prima fase dell’anno e l’ingresso di 140 nuove risorse. In quest’ottica, la formazione e l’educazione digitale, dossier su cui in azienda puntiamo moltissimo, diventano un valore fondamentale che va coltivato sia nelle scuole sia nelle imprese. Solo garantendo un’alfabetizzazione digitale adeguata possiamo immaginarci un futuro del lavoro realmente smart nel quale l’equilibrio tra vita lavorativa e dimensione privata sia realmente armonioso.
NTT DATA, una realtà di origine nipponica, ma con un forte richiamo verso l’Italia. In che modo il vostro business supporta il sistema Paese?
In NTT DATA crediamo molto nelle capacità e nelle risorse di cui dispone il nostro Paese e cerchiamo costantemente di promuovere le potenzialità dei nostri giovani talenti anche tramite l’avvio di importanti partnership con università italiane. Questo orgoglio lo abbiamo espresso anche nel corso dell’emergenza, mettendo a disposizione il nostro expertise per sostenere, tra gli altri, progetti come quello avviato in collaborazione con SAP a supporto della Provincia Autonoma di Bolzano. L’iniziativa, partita nel 2019 come progetto voluto dalla Provincia per realizzare un sistema che supportasse le richieste di sovvenzioni da parte delle imprese del territorio operanti nei contesti artigianali, industriali e agroalimentare, con l’avvento dell’emergenza Covid-19 si è trasformata in tempi record – in sole 3 settimane – nel punto di riferimento per aziende, liberi professionisti e lavoratori autonomi, che devono presentare domanda di contributo tramite il servizio “Sussidi per piccole imprese a seguito dell'emergenza COVID-19” dell’ente locale. Un esempio di come condivisione del sapere e collaborazione possano realmente fare la differenza, e in questo caso garantire una soluzione tempestiva, prerogativa essenziale in un momento di crisi come quello che stiamo attraversando.
Tra le competenze e le figure professionali anche il ruolo dei CFO nell’era digitale è in profonda evoluzione. Per cosa si contraddistingue il CFO 4.0.?
I nuovi trend si stanno tracciando non solo lato business ma anche a livello di governance aziendale. L’evoluzione che stiamo vivendo è profonda e richiederà una maggiore integrazione tecnologica anche ai vertici delle aziende. Secondo la ricerca che abbiamo condotto con SDA Bocconi, il CFO del futuro ricoprirà un ruolo sempre più rilevante di guida strategica, che dovrà essere in grado di sfruttare a pieno le potenzialità del digitale e dei dati, e potrà seguire diversi percorsi a seconda del contesto operativo e del livello di maturità. Chiaramente questo percorso di evoluzione non potrà prescindere dalla multidisciplinarietà di competenze necessarie – da quelle verticali Finance, all’analisi “avanzata” dei dati, all’automazione processi e tecnologiche. Insomma il CFO 4.0 si trasformerà in un’entità trasversale all’azienda, in grado di mettere a sistema tutte le direzioni aziendali per diverse attività.
Come dobbiamo quindi in sostanza immaginare il New Normal?
E’ ancora troppo presto per poter definire con esattezza l’immagine del New Normal al quale ci stiamo approcciando, sono però ottimista. L’accelerata digitale che stiamo vivendo potrebbe trasformarsi in un’occasione per comprendere con maggiore chiarezza i lati positivi della transizione digitale. Lo abbiamo potuto riscontrare nel corso di questa crisi: grazie alla tecnologia siamo riusciti a mitigare alcuni problemi, penso alla gestione del lavoro da remoto, la coltivazione degli affetti a distanza, la spesa online, che avrebbero potuto rendere il periodo di emergenza ancora più difficile e destabilizzante.
Viviamo in un mondo che ha uno schema valoriale in rapida evoluzione, quali pensa saranno le priorità del mondo che verrà e quale sarà il ruolo e il compito delle aziende?
Per stare al passo con i tempi, gli scenari vanno anticipati e le aziende devono lavorare alla ricerca di opzioni che in concreto ancora non esistono. Gran parte della tecnologia di rottura che sperimenteremo in futuro è già comprensibile e riconoscibile. Il leader del futuro sarà impegnato a bilanciare il progresso economico e a risolvere i problemi sociali piuttosto che a migliorare semplicemente la produttività. Il suo obiettivo finale sarà quello di contribuire a creare una società in cui la diversità, l’inclusione, l’armonia con il mondo e la felicità delle persone saranno gli obiettivi finali da raggiungere. Infine, come anticipavo prima, le aziende ma anche le istituzioni, dovranno puntare a promuovere l’human centric innovation come elemento di svolta per la crescita economica, ossia mettere l’uomo al centro delle nostre politiche di innovazione, nei campi scientifici e tecnologici.