Economia
Salario minimo, Catalfo (M5s) ad Affari:"9 euro all'ora per tutti i contratti"
L'intervista alla senatrice grillina, prima firmataria del Ddl sul salario minimo orario che inizierà ad essere discusso in Parlamento dopo l'ok al Decretone
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di Andrea Deugeni
@andreadeugeni
"Varrà 9 euro lordi e verrà applicato a tutti i contratti di lavoro subordinato e para subordinato, comprese le collaborazioni coordinate e continuative etero-organizzate". Approvato il Decretone, il Parlamento inizierà a discutere il Ddl sull'introduzione del salario minimo orario a firma Nunzia Catalfo. La senatrice pentastellata (nella foto in alto assieme al vicepremier Luigi Di Maio) spiega ad Affaritaliani.it le caratteristiche e la tempistica del nuovo provvedimento che assieme al Reddito di cittadinanza mira a contrastare la povertà. In più, "oltre a mettere un limite al dumping salariale, la misura mira a colmare un gap: l'Italia è uno dei pochi paesi europei dove non c'è un salario minimo orario", spiega infatti Catalfo che nel 2013 è stata una delle principali ideatrici del Rdc.
Dopo il reddito di cittadinanza, il M5S intende introdurre nell'ordinamento italiano il salario minimo orario con un Ddl. C'è un disegno organico per la tempistica dopo il Rdc?
"L'Italia è uno dei pochi paesi europei dove non c'è un salario minimo orario, perciò la sua introduzione è necessaria e non più rinviabile. Nel suo ultimo rapporto, presentato pochi giorni fa, anche la Commissione globale sul futuro del lavoro istituita dall'Organizzazione internazionale del lavoro (ILO) ha parlato di adequate living wage, cioè un salario che assicuri una vita dignitosa ai lavoratori a prescindere dalla loro forma contrattuale. Dopo che nel 2013 il Movimento 5 Stelle ha inserito il salario minimo orario nel disegno di legge sul Reddito di cittadinanza in molti hanno iniziato a parlarne senza però ottenere alcun risultato. Da sempre, noi del M5s abbiamo fatto dei diritti e della dignità dei lavoratori una stella polare e adesso che siamo al Governo stiamo rispettando gli impegni presi con i cittadini. Il salario minimo orario integra, completandolo, il percorso del Reddito di Cittadinanza: il ddl è già stato incardinato in Commissione Lavoro al Senato nelle scorse settimane e una volta approvato il Decretone lo discuteremo. Contiamo, come ha detto il ministro Di Maio, di fare del 2019 l'anno in cui finalmente l'Italia colmerà questo gap".
Quali sono le caratteristiche della misura?
"Quella principale, cuore del disegno di legge che porta la mia prima firma, è la fissazione di un principio sacrosanto: nessun lavoratore può guadagnare meno di quanto previsto dai contratti collettivi nazionali più rappresentativi e, comunque, mai meno di 9 euro lordi all'ora. Creiamo finalmente uno strumento di contrasto al dumping salariale. Una circostanza resa necessaria dal fatto che, come ci ha mostrato il rapporto In-work poverty in the EU del marzo 2018, in Italia quasi il 12% dei lavoratori dipendenti riceve un salario inferiore ai minimi contrattuali: vuol dire che, nonostante abbiano un impiego, essi vivono in condizioni di povertà, i cosiddetti working poor. Ma non solo. Infatti seguendo questo trend quasi 6 milioni di giovani rischiano di avere, fra trent'anni, pensioni sotto la soglia di povertà. È ora di spezzare questo circolo vizioso".
Quali sono le differenze o le similitudini con quello inserito in Germania grazie alla spinta dell'Spd nel terzo governo Merkel?
"La similitudine principale è la ratio. Infatti il nostro disegno di legge, come il provvedimento tedesco, mira a garantire un salario minimo dignitoso e universale senza indebolire il ruolo e la funzione della contrattazione collettiva nazionale. La principale differenza consiste nel fatto che nel nostro Ddl il minimo salariare si differenzia per settore e categoria essendo quello fissato dai contratti collettivi più rappresentativi, assicurando in tal modo una copertura contrattuale totale e riconoscendo alle parti sociali il pieno ruolo di 'autorità salariali'".
Varrà per tutti i tipi di contratti?
"Verrà applicato a tutti i contratti di lavoro subordinato e para subordinato, comprese le collaborazioni coordinate e continuative etero-organizzate".
Non crede che l'introduzione del salario minimo possa generare problemi di competitività per le nostre imprese con una pressione al rialzo sul costo del lavoro?
"Non intravedo questo rischio, anche perché sia nel Decreto Dignità, sia nella legge di Bilancio sia nel Reddito di Cittadinanza abbiamo previsto una serie di benefit per le imprese che abbasseranno in maniera significativa il costo del lavoro. L'introduzione del salario minimo orario premierà quelle aziende sane che con atteggiamenti virtuosi garantiscono il rispetto dei diritti dei lavoratori e, di conseguenza, una sana competitività di mercato. Allo stesso tempo, darà maggiore potere d'acquisto ai lavoratori e a beneficiare saranno proprio gli imprenditori e l'economia italiana".
Avete già registrato sul tema la posizione della Confindustria e delle altre associazioni datoriali?
"Le associazioni datoriali, in primis Confindustria e sindacati, saranno auditi in Commissione quando la discussione del Ddl entrerà nel vivo. Da chi dice di avere a cuore i diritti dei lavoratori ci aspettiamo massima collaborazione su questo tema".
Qual è la posizione della Lega sull'introduzione del salario minimo orario?
"L'introduzione del salario minimo orario è stata inserita nel capitolo 'Lavoro' del Contratto di Governo sottoscritto con la Lega. Infatti al punto 14 si dice che 'sul tema del lavoro appare di primaria importanza garantire una retribuzione equa al lavoratore in modo da assicurargli una vita e un lavoro dignitosi, in condizioni di libertà, equità, sicurezza e dignità, in attuazione dei principi sanciti dall'articolo 36 della Costituzione'. A questo proposito, 'si ritiene necessaria l'introduzione di una legge sul salario minimo'. Vogliamo sperare che la Lega si atterrà all'accordo".