Scudo bancario e Atlante. Parla Ghizzoni. "Ecco cosa dirò a Mustier"
In un'intervista ad Affaritaliani.it, prima di passare le consegne al nuovo Ceo, l'ex ad di UniCredit Federico Ghizzoni spiega i nodi del sistema bancario
di Andrea Deugeni
@andreadeugeni
Prima di passare le consegne a Jean-Pierre Mustier, l'ex Ceo di UniCredit Federico Ghizzoni commenta con Affaritaliani.it i problemi del sistema bancario nazionale che rimangono sul tappeto dopo l'annuncio dell'ok europeo allo scudo bancario da 150 miliardi e il lancio del Fondo Atlante. "E lunedì al nuovo amministratore delegato dirò...".
L'INTERVISTA
La Commissione Europea ha approvato la richiesta precauzionale dell'Italia di poter utilizzare garanzie pubbliche per facilitare il rifinanziamento delle banche in caso di carenza di liquidità. Come valuta quello che è stato ribattezzato come lo scudo bancario da 150 miliardi?
"Si tratta di una misura preventiva, giusta ed utile al sistema bancario italiano. Utile, perché comunque tutte le banche, non solo nazionali, avranno a fine mese il risultato dello stress test europeo, risultati che tra l'altro arriveranno in un momento delicato come agosto, quando il mercato è poco liquido. La misura è anche giusta, poi, perché comunque il mercato rimane molto instabile e avere quindi a disposizione delle linee di emergenza possibilmente da non utilizzare, ma potenzialmente attive è una mossa che tranquillizza gli investitori. La mia valutazione, quindi, è complessivamente positiva".
In Borsa, però, dopo il rimbalzo di ieri, c'è ancora molta turbolenza, in particolare sui titoli bancari...
"Beh, questa credo che continuerà ancora per un po'. Fino a che non ha certezze, la Borsa continua ad essere molto volatile. Poi, lo vediamo nella stessa seduta di oggi".
E cioè?
"Ci sono stati dei movimenti intraday molto elevati e, a poco dalla chiusura, l'indice principale è tornato ad essere positivo. Siamo di fronte al classico momento di turbolenza dove notizie anche minime hanno un grande impatto sui titoli azionari. E, purtroppo, è una situazione che è destinata a durare per un po'".
Per quanto riguarda poi il sistema bancario italiano, poi, rimane sullo sfondo il problema dello stock delle sofferenze da gestire e del loro repricing. Ammontare indefinito che continua a preoccupare gli investitori...
"Sì, è un problema di comprensione di quale potrebbe essere l'impatto delle sofferenze sui bilanci delle banche nel caso di vendita dei non performing loans. C'è da dire, però, un'altra cosa".
Quale?
"Che l'approccio che si sta tenendo è un po' errato: nessuno può pensare seriamente di risolvere un problema di queste dimensioni nel giro di un anno. Occorre più tempo. Secondo, bisogna guardare anche il lato positivo".
Quale?
"A differenza di oggi, ero molto più preoccupato della situazione delle sofferenze un anno fa. Ora, comunque, vediamo che lo stock complessivo non cresce sostanzialmente più e che alcune banche hanno cominciato a vendere, con prezzi che si stanno alzando, consentendo così una gestione più dinamica dei portafogli. Certo, l'ammontare complessivo delle sofferenze, molto alto, è ancora un problema molto grave, ma è bene indirizzato e tutte le decisioni prese dal governo Renzi (con il decreto banche, ndr) sono corrette. Ma anche su questo punto, chi si illudeva che fossero di impatto immediato, forse sognava. In realtà anche queste misure, che sono positive, richiedono dei mesi per poter scaricare degli effetti sul sistema. Se l'approccio sulle sofferenze è quello di dire: 'Smontiamo tutto e vendiamo tutto', allora è ovvio che alla fine manca qualcosa sui capitali delle banche. Ma è impossibile risolvere i problemi in questo modo".
Sui crediti, però, il mercato sembra attendersi un evento risolutivo. Il fondo Atlante due potrebbe esserlo?
"E' ovvio che l'impatto sul potenziale acquisto di Npl sarebbe rilevante, se Atlante riuscisse ad aumentare di qualche miliardo la propria dotazione di equity. Facendo una media approssimativa, per ogni 500 milioni di equity è possibile comprare dal sistema bancario 10 miliardi di Npl. Quindi, se fossero 5 miliardi di equity si riuscirebbe a smobilizzarne 100 di Npl. Questa potrebbe essere una mossa risolutiva, anche se bisogna capire cosa si intende per risolutiva".
E cioè?
"Non ho mai visto un Paese al mondo in cui gli Npl raggiungono quota zero. Se riduciamo solo della metà le sofferenze nette del sistema, di 40 miliardi cioè, ne rimangono altre 40 e si entra in parametri che iniziano a essere ragionevoli per un sistema come quello italiano. Per un sistema di Npl a zero, poi, non bastano ovviamente queste cifre. Dotare quindi di qualche altro miliardo il fondo Altlante, forse non è decisivo, ma sarebbe un passo in avanti molto importante".
Cosa dirà lunedì al nuovo amministratore delegato di UniCredit Jean-Pierre Mustier?
"Premesso, che con lui ho un ottimo rapporto, credo che Moustier conosca già molto bene la banca, avendola di fatto lasciata soltanto due anni fa. Gli dirò di ragionare con la sua testa, nel senso che deve farsi egli stesso la propria opinione del gruppo ed agire in totale indipendenza. Deve, ovviamente, avere il supporto e i consigli del resto del management, ma trovo sbagliato dare dei suggerimenti a priori. Gli spiegherò quello che è stato fatto e risponderò alle sue domande. Ma è lui che deve farsi la sua idea in maniera indipendente. Questo sarà il mio messaggio principale".