Economia

Silicon Valley Bank, timori di contagio: così può saltare l'aumento dei tassi

di Daniele Rosa

Joe Biden fa il Mario Draghi e la Fed potrebbe bloccare i rialzi dei tassi

Usa, il crack della SVB e l'effetto domino

Certo che gli americani sono unici nel creare crisi finanziarie di dimensioni mondiali ma, sono anche gli unici, capaci di fermarle. Più o meno. Stiamo parlando del più grande crack finanziario dal 2008 ( Washington Mutual), quello della SVB, la banca per le imprese del futuro che adesso rischiano di fallire nel presente. SVB era al 16° posto tra le banche americane e, al 31 dicembre 2022, aveva circa 209.000 milioni di dollari di attività e 175.400 milioni di depositi. Ma come è nato questo gigantesco flop? La Silicon Valley Bank, i cui principali clienti sono start-up, ha annunciato qualche giorno fa un aumento di capitale di circa 2000 milioni di dollari. E’ stata costretta a cercare liquidità perché erano troppi i prelievi in un contesto di tassi rialzisti. Inoltre ha dovuto vendere, perdendo oltre 1800 milioni di dollari, buoni del tesoro americani per 21000 milioni di dollari. Tutta questa, troppo evidente tensione, ha “massacrato” le azioni che hanno ceduto il 60% del valore. Nonostante le dichiarazioni ufficiali della banca sulla propria solvibilità in 10 ore 42000 milioni se ne sono andati dall’istituto e le azioni sono state sospese.

Usa, un flop che ha coinvolto il mondo intero

Un dramma che ha coinvolto le borse di tutto il mondo. Ma Joe Biden, la Federal Reserve, il Dipartimento del Tesoro, l'organismo di regolamentazione, sono corsi ai ripari garantendo che nessuno avrebbe perso i propri soldi. Fino ad oggi però era garantito il rimborso entro i 250000 dollari, "peanuts" per le start up che devono pagare dipendenti e crescita industriale. Le somme maggiori saranno gestite dall’amministrazione concordata in tempi da decidere. In questo concordato è rientrata pure la seconda banca fallita, la New York Signature Bank. E adesso che sta succedendo? Borse in debole ripresa ma l’uragano sta toccando altri istituti: due in California, First Republic Bank e PacWest Bancorp, e la Western Alliance Bancorporation, in Arizona). E il 96% dei clienti non ha più soldi, né per pagare gli stipendi e nemmeno per raccogliere capitali.

Usa, l'effetto domino e le garanzie del Governo

Cosa accadrà adesso? Riusciranno le migliaia di aziende tecnologiche a pagare gli stipendi del prossimo 15 del mese? Il Governo americano, in maniera eccezionale ha cambiato linea  garantendo tutti i depositi, compresi quelli superiori a 250mila dollari. Ed è stata realizzata , a velocità supersonica, una linea di credito per le banche in debito d’ossigeno. La novità è che la linea non sarà sulle spalle del contribuente. Se le attività della Silicon Valley Bank non garantiranno il danaro sufficiente il deficit sarà finanziato con i fondi del resto delle banche. Saltata al tempo stesso anche Signature Bank, penalizzata dalle criptovalute. 29a banca del paese, con $ 110 miliardi di attività e $ 88 miliardi di depositi. I correntisti dunque non dovrebbero perdere nulla ma per gli azionisti il discorso sarà diverso perché il Governo per loro non ha previsto nulla. Chi investe sa di rischiare. Punto e stop.

Quindi finito tutto? Magari perché la First Republic Bank californiana ha perso il 61% alla chiusura di Wall Street; Western Alliance Bancorporation, di  Phoenix, Arizona, il 47%; la Zions Bancorporation, dello Utah, il 25% come la Bank of Hawaii, la PacWest Bancorp è crollata del 21%. Un domino che sembra inarrestabile perché i clienti stanno scegliendo di trasferire i loro fondi in banche più grandi. E internet li aiuta in questi movimenti. Nessuno si fa vedere più allo sportello. Pesanti cali anche in Europa ma la vera attesa è sui prossimi rialzi dei tassi. Qualcuno però scommette che non ci sarà nessun rialzo proprio per evitare un aumento della crisi e del contagio. Staremo a vedere.