Economia
Soldi gratis come droga per le borse da Banche Centrali. A quando l'overdose?
“'Relax' said the night man, 'We are programmed to receive. You can check out any time you like, But you can never leave!’” Che tradotto in sintesi significa “tu puoi lasciare l’Hotel quando vuoi, ma non lo farai mai”, la perfetta metafora dell’attuale situazione dei mercati che una volta entrati nel sistema della politica monetaria a tassi zero e “denaro gratis”, più volte hanno tentato di uscire e alzare i tassi, ma ancora oggi, 10 anni dopo le prime mosse della Fed, sono ancora dentro. Riusciranno, prima o poi, i mercati finanziari a varcare quella soglia e a tornare a essere indipendenti?
Oggi, con “Whatever it takes 2” la vendetta, abbiamo avuto l’ennesima conferma, che nonostante le promesse di ritorno alla normalità, alla prima ferita (rischio recessione) si invoca il soccorso della mamma, che nei casi della finanza sono dei padri, ovvero i banchieri centrali. Mario Draghi parla dal simposio di Sintra (da ora Jackson Hole non avrà più l’esclusiva) e immediatamente come la dinamite fa andare le borse in orbita. Mario Draghi che non parla solo della criticità dell’economia europea, dell’assenza di inflazione e della cassetta degli attrezzi sempre aperta e pronta all’uso, ma ricorda anche il messaggio del 26 Luglio 2012 e di quella promessa fatta e giurata per salvare l’Euro, che se non è ancora una missione compiuta è un traguardo raggiunto, non si potrà mai dire che non ci stia mettendo tutto l’impegno per raggiungerlo. Ma non basta a questo si aggiunge il richiamo ai governi europei, la politica monetaria non è sufficiente, serve anche quella di bilancio e fiscale.
Mario Draghi per un attimo torna a tifare Italia? Ed ecco che le borse mondiali, attraverso indici (quelle aperte) e derivati (quelle chiuse) spiccano il volo, Piazza Affari arriva a toccare 21.000, 21.200 è il limite, oltre questa soglia si superano le colonne d’Ercole e dal Purgatorio si passa al Paradiso. Ce la faremo? D’Estate? Rispolvereremo quella magia del Torello estivo? Il rally estivo, un ricordo d’altri tempi, una leggenda che se la racconti oggi non ci crede nessuno. Ma proprio sull’onda dell’entusiasmo e della fiammata rialzista, a bagnare le polveri ecco che che spunta il tweet di Trump che come un bimbo capriccioso, voi vi divertite io no quindi vi buco il pallone, si permette di attaccare Mario Draghi. Oltraggio a corte? I due idoli per i rialzisti dei nostri tempi si fronteggiano a duello?
Come al solito quello di Trump sembra un intervento scomposto di invidia, è sempre lui, spesso ingombrante a volere tutto il palcoscenico per se. A guardare invece la situazione da un altro punto di vista, questo atteggiamento mi fa tornare alla mente le mosconate, usi e costumi che un tempo si usavano nelle Sim, quando la carta stampata aveva ancora un peso decisivo e grande diffusione. Accadeva che l’operatore chiamava il giornale di riferimento o chi per esso quando lo strumento finanziario raggiungeva un “prezzo obiettivo” e creava il movimento megafono, che a seconda del caso amplificava la direzione in essere o procurava la virata. Ieri con la carta stampata, oggi ci sono i Social, cambiano i mezzi ma il fine è sempre lo stesso. E c’è già chi insinua che le varie istituzioni siano diventati dei centri di trading finanziario, perché chissà come ogni qualvolta che gli indici di borsa o i rendimenti dei bond toccano livelli di particolare sensibilità, ecco che una “mano amica” fa scattare la mosconata. Una volta si chiamava la “Greenspan put”, in parole semplici era il sostegno che la Fed, attraverso acquisti, dava a Wall Street, oggi che sia chiami la mano di Draghi o la mano di Trump, lo schema sembra ripetersi.
Dopo Mario Draghi domani sarà il turno della Fed, e a seconda dell’esuberanza di Wall Street, Powell adatterà il suo messaggio, dopo sarà il turno di Mark Carney (BoE) e poi della Banca Centrale del Giappone, il copione che seguiranno lo sappiamo già, ma a pochi mesi dalla scadenza del mandato di Mario Draghi, a questo punto una domanda sorge spontanea: riusciranno un giorno le borse a vivere senza l’assistenza del denaro gratis delle Banche Centrali? Denaro gratis come droga, da gioia ma anche assuefazione e dipendenza, prima o poi si dovrà scegliere e le strade saranno solo due: astinenza con grande disintossicazione o overdose? In Hotel California c’è forse anche la risposta.
@paninoelistino