Spread, imprenditori in ansia. Ma non c'è il timore di Italexit
L'instabilità politica preoccupa gli imprenditori, ma nessun rischio Italexit. Parlano con Affaritaliani.it Nerio Alessandri e Sandro Riello
di MONICA SETTA
Dopo il balzo di ieri, lo spread oggi prosegue la sua corsa. Milano apre in calo. Euro ancora debole sul dollaro. Chiusura al ribasso per Tokyo. Non solo, la minaccia Frexit evocata da Marine Le Pen ed il fantasma di un'Europa divisa dopo che Angela Merkel ha parlato di un'Unione a due velocità o le incertezze sulla stabilità di alcuni governi, primo fra tutti quello italiano. A preoccupare gli imprenditori c'è soprattutto l'instabilità politica.
Chiamo al telefono Nerio Alessandri patron del colosso Tecnogym, lui riemerge da una faticosa convention con la distribuzione mondiale del suo brand, ha già letto tutti i giornali ed è costantemente collegato via web con i mercati. "La situazione è oggettivamente delicata perché le piazze finanziarie stanno mostrando una vulnerabilità strutturale che va tenuta sotto controllo" spiega uno degli imprenditori più liquidi e capaci del sistema-Italia ad Affariitaliani.it. Il tempo per un caffè virtuale con noi che ci aiuti a fare chiarezza davanti alla minaccia di differenziale fra tassi italiani e Bund tedeschi ormai a quota 200.
Dunque, lo spread oggi è l'invitato speciale sui mercati di stamattina.....
"Certamente" risponde Alessandri. "È lo spread l'osservato speciale, dopo che ieri il differenziale dei btp decennali sugli omologhi bund tedeschi ha registrato un'impennata di quasi 20 punti percentuali, chiudendo a quota 201, a livelli mai visti dal febbraio 2014. In avvio di contrattazioni lo spread sale a 203 punti nonostante qualche acquisto sul decennale italiano che vede scendere il rendimento al 2,36% dal 2,39% della chiusura di ieri. È una situazione che va tenuta sotto osservazione senza allarmismi ma anche senza minimizzare".
Beh, anche piazza Affari apre in flessione con l'indice Ftse Mib, in calo dello 0,31% a 18.635 punti, che ha poi riguadagnato terreno riportandosi poco sopra la parità. E sono negative anche le altre Borse europee: Londra perde lo 0,10%, Francoforte lo 0,09%, Parigi arretra dello 0,34%. Ancora non basta per far scattare in voi imprenditori l'allarme per un'Italexit?
"Prosegue la fase di indebolimento dell'euro,vero. Ma il presidente della Banca Centrale europea Mario Draghi ha difeso solo ieri in modo serio la divisa unica ricordando che l'euro "ci tiene uniti in tempi di chiusure nazionali". L'instabilità politica è sempre un pericolo ma io mi sento tranquillo perché il baluardo di "super Mario" contro ogni tentazione populista funziona".
Condivide il pensiero di Nerio anche Sandro Riello che da anni gira il mondo portando nelle piazze estere il know how delle sue aziende e conosce bene l'andamento fluttuante dei mercati. "È fuori di ogni dubbio che l'opera di riforma deve proseguire" annota " avevamo cominciato con il governo Renzi ed eravamo sulla buona strada. Ma nel nostro paese la variabile politica è un elemento sempre troppo "sensibile" perché strettamente collegato agli indici finanziari. Bisogna essere prudenti ma in questo momento il timore legato all'uscita dall'euro non esiste".
Come dire, finché regge Draghi dormiamo sonni pacifici. Ma dopo?