Economia

Tasse, statali a casa e tagli: la ricetta greca che ci vuole imporre l'Ue

Luca Spoldi

Il commissario Oettinger suggerisce per l’Italia la “cura letale” applicata alla Grecia

Questo portò ad un primo salvataggio da 110 miliardi di prestiti erogati in più tranche dalla “troika” Ue-Bce-Fmi in cambio di un piano di austerità molto ambizioso, destinato ad evitare il default del paese e un “haircut” (taglio del valore nominale) del debito, che peraltro venne fin dall’inizio suggerito dall’Fmi. 

Gunther Oettinger
 

Atene avrebbe dovuto tagliare la spesa pubblica per 30 miliardi di euro in 3 anni, in particolare agendo sulle pensioni che pesavano il 17,5% del Pil e riportare il deficit pubblico etntro il 3% del Pil entro cinque anni con una riduzione di 11 punti percentuali in quattro anni. Anche in questo caso l’Italia grazie alla riforma Fornero non è ancora a livelli greci (sfiorava però il 17% a fine 2009), con una spesa per pensioni pari al 15% del Pil secondo i calcoli dell’Osservatorio sui conti pubblici diretto da Carlo Cottarelli, ma il rischio è che dopo le modifiche volute dalla Lega (quota 100) l’incidenza torni a salire sino al 18,7% entro il 2040.

In ogni caso gli obiettivi dell’austerità greca non furono centrati, in compenso il Pil greco iniziò a cadere, portando il debito/Pil al 172,1% e contemporaneamente la disoccupazione al 15,9% nel 2011. Un secondo piano di austerità che prevedeva altri 28 miliardi di tagli alla spesa nei 4 anni successivi fu varato nella primavera del 2011, poi in autunno Atene varò una tassa “straordinaria” sugli immobili da 2,5 miliardi (poi estesa sino al 2014), nuovi tagli alle pensioni e la messa in mobilità di 30 mila dipendenti statali. 

L’anno successivo vide l’ennesimo piano di austerità (col licenziamento di ulteriori 15 mila dipendenti pubblici) in cambio di un nuovo piano di aiuti comunitari da 130 miliardi che non evitarono che si arrivasse all’haircut su oltre il 50% del debito pubblico greco, operazione che ne ridusse il valore nominale allungandone la scadenza. In tutto i possessori di bond greci, in gran parte istituzioni pubbliche, ma anche risparmiatori privati e pensionati greci, videro svanire circa 107 miliardi di euro, ma nel caso italiano un haircut di queste proporzioni non sarebbe neppure ipotizzabile, visto che volatilizzerebbe oltre mille miliardi di euro, facendo svanire con un tratto di penna oltre 200 miliardi di euro dai bilanci delle banche italiane.

(Segue...)