Economia

Stellantis punta 30 miliardi sull'elettrico. La terza gigafactory Ue a Termoli

Tutti e 14 i brand produrranno modelli elettrici. Previste sinergie finanziarie annuali per oltre 5 miliardi di euro a regime

Tavares ha anche ribadito l'impegno del gruppo in Italia, annunciando che dopo Francia e Germania ha realizzato un accordo con il governo italiano per "realizzare a Termoli la nostra terza gigafactory" per la produzione di batterie per veicoli elettrici in Europa che insieme ai due siti americani porterà a cinque gli impianti dedicati a questo tipo di produzione per i nuovi modelli elettrici.

L'identificazione dell'impianto powertrain di Termoli "rappresenta una scelta coerente nel contesto del percorso di Stellantis verso la completa transizione energetica", sulla scia di quanto annunciato per Douvrin in Francia e per Kaiserslautern in Germania. Stellantis "sta lavorando con determinazione e velocità per anticipare e supportare la transizione energetica di tutti i suoi siti industriali italiani, con l'obiettivo di garantirne la sostenibilità attraverso il miglioramento delle loro performance e per far giocare al Paese un ruolo strategico tra i principali mercati domestici del Gruppo".

Comunque, al momento non è ancora chiaro se lo stabilimento molisano, attivo dal 1972 e specializzato nella produzione di motori termici, verrà reinventato completamente a favore dell'elettrico o se la produzione delle batterie sarà affiancata dai motori tradizionali. Oltre alla terza gigafactory, è stata presentata anche la nuova piattaforma che ospiterà gli e-vehicle del gruppo. Si chiama Stla e sarà strutturata in quattro varianti: Stla Small (circa 500km di autonomia); Medium (700km circa); Large (800km) e Stla Frame, destinata ai pick-up.

"Una bella e attesa notizia. Come Mise abbiamo lavorato affinchè questo accadesse. Ora deve proseguire il confronto sul piano industriale", ha commentato il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti. Soddisfatti i sindacati che apprezzano il segnale positivo verso l'Italia, ma chiedono ora una discussione generale su tutti i siti del gruppo.

"A questo primo passo fondamentale dovranno seguire rapidamente altri per rilanciare la produzione di auto in Italia per affrontare la fase di transizione industriale ed energetica salvaguardando l'occupazione a partire dagli stabilimenti di Cento e Pratola Serra dove la produzione è esclusivamente incentrata sul diesel. Il Governo riapra rapidamente il confronto con l’azienda in sede istituzionale per realizzare un accordo pluriennale di transizione che investa sui lavoratori dagli enti centrali alle meccaniche e propulsioni endotermiche, fino all’assemblaggio. È necessario individuare le missioni produttive per tutti gli stabilimenti di assemblaggio (Polo Torinese, Cassino, Pomigliano) e investire nell’innovazione del Ducato in Sevel", hanno spiegato infatti in una nota congiunta Francesca Re David, segretaria generale Fiom-Cgil e Michele De Palma, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile automotive.

E' invece delusa e arrabbiata Torino che si era mobilitata per la gigafactory anche con una lettera al premier Mario Draghi: "Questa decisione tradisce Torino. Tradisce il Piemonte, la sua storia, i suoi lavoratori, le sue Universita' e in generale una terra che ha inventato l'auto, ha investito, ha rischiato e che ha un credito enorme verso questa azienda e verso questo Stato", hanno affermato il presidente della Regione Alberto Cirio e la sindaca Chiara Appendino.

A Piazza Affari il titolo di Stellantis ha perso il 3,35%, sulla scia dell'intero settore dell'auto che risente delle multe inferte dall'Ue ai costruttori tedeschi, accusati di aver fatto cartello sulle misure antinquinamento per i motori diesel.