Economia

Tim, Labriola: "Compartecipazione nella rete? Non ha alcun senso, no grazie"

di Marco Scotti

Se Cdp dovesse rilevare l'intera infrastruttura da Tim, che cosa succederebbe dei 3,6 miliardi di fondi per le aree grigie del Pnrr?

Tim, Labriola: "Non siamo interessati a una compartecipazione nella rete"

Pietro Labriola boccia la compartecipazione di Tim nella rete. Una posizione comprensibile: perché Tim dovrebbe mantenere un asset che non ritiene più strategico, che potrebbe diventare estremamente fruttuoso, senza oltretutto averne più il controllo? Non avrebbe alcun senso, appunto. Ma c’è un ulteriore aspetto che Affaritaliani.it può rivelare: nei piani di Tim sono ovviamente considerati anche i fondi del Pnrr per le zone grigie. Si tratta di bandi assegnati per circa 1,56 miliardi di euro di fondi massimi erogabili. Cui si sommano i 2,05 miliardi destinati a Open Fiber.

Se però Cassa Depositi e Prestiti dovesse fare un’offerta, verrebbe meno il presupposto di agevolare la competitività che è alla base del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. In quel caso, quei fondi sarebbero ancora erogabili? E, se così non dovesse essere, a chi spetterebbe metterli? Non va dimenticato, infatti, che Cdp è già azionista del 60% di Open Fiber, se dovesse diventare detentore della rete di Tim assommerebbe in sé una sorta di monopolio e farebbe decadere alcune clausole di competitività del mercato. Per questo, come Affaritaliani.it ha scritto venerdì 10 febbraio è possibile che Cdp scelga di entrare come socio di minoranza forte nella rete