Economia

Tim/ Opa sì, Opa no e tonfo in Borsa. Il mercato vuole certezze sul piano

Il titolo appesantito dal downgrade di Exane e dalle continue incertezze attorno alle scelte strategiche della società torna sotto 44 centesimi in Borsa

Le indiscrezioni sulla risposta alla due diligence da parte di Kkr che non arriverà prima di marzo fanno scattare le vendite

Opa Kkr sì, Opa Kkr no. E intanto Exane rivede al ribasso il giudizio su Tim a "underperform”. Maglia nera per la compagnia telefonica controllata da Vivendi e da Cdp a Piazza Affari dove si conferma la forte sensibilità del titolo a ogni indiscrezione relativa al riassetto innescato in autunno dalla manifestazione di interesse del fondo newyorkese Kkr e dal cambio alla guida operativa del gruppo di telecomunicazioni. Le quotazioni scendono del 3,12% a fine giornata e sono le più penalizzate del Ftse Mib tornando sotto 44 centesimi.

Secondo indiscrezioni stampa del weekend la risposta del board di Tim alla richiesta della due diligence da parte di Kkr, che lo scorso novembre ha inoltrato la sua manifestazione di interesse, non arriverà prima del 2 marzo

I rumors circolati nel weekend si focalizzano soprattutto sul piano allo studio da parte di Cdp per la separazione delle attività principali e sembrano indicare tempi lunghi per la valutazione dell'offerta di Kkr. Secondo quanto riportato da Repubblica, la Cassa Depositi e Prestiti intende pilotare il percorso verso la separazione dell'infrastruttura e dei servizi in due società separate cercando l'appoggio di Vivendi e non puntando al delisting di Tim dalla Borsa. Uno scenario che quindi ridurrebbe le chance di Kkr o di altri fondi di investimento di condurre la nuova era di Tim partendo da un'offerta pubblica sul mercato.

Cdp punterebbe poi a concentrare il suo impegno sulla infrastruttura tramite combinazione con Open Fiber e uscirebbe dal business dei servizi in modo da facilitare il via libera dell'Antitrust Ue alla creazione di un operatore unico di rete.

"Questa ipotesi, sotto il profilo puramente finanziario-societario, si presterebbe a favorire una ricomposizione dei due azionariati, con i francesi, oggi titolari della quota di maggioranza relativa del 23,9%, che si focalizzerebbero sulla società dei servizi, e la Cdp, che detiene poco meno del 10% del capitale ordinario, che potrebbe conferire la sua quota del 60% in Open Fiber, rafforzandosi nella società infrastrutturale - ha scritto Il Sole 24 Ore - Questo scenario però, da un lato, richiede ancora almeno due o tre settimane di ulteriori analisi dal lato aziendale perchè occorre approfondire, in particolare, le ricadute sul piano occupazionale, sulla ripartizione del debito e sulla composizione dei ricavi".

Già domani in consiglio di amministrazione il direttore generale di Tim Pietro Labriola dovrebbe presentare le linee guida del piano. Secondo Il Sole 24 Ore, slitterebbe invece a inizio marzo la valutazione nel board della proposta di Kkr che aveva chiesto di accedere a una due diligence per poter definire una offerta vincolante.

Il quadro non piace ai broker che seguono il titolo. "Continuare a rimandare la decisione sulla richiesta di Kkr potrebbe aumentare ancora le incertezze e dare segnali negativi al mercato e agli investitori", hanno scritto da Bestinver nel report giornaliero sull'Italia. Gli analisti ribadiscono che "è fondamentale sviluppare rapidamente un piano in quanto le sinergie generate dalla possibile fusione (o dalla scissione interna del gruppo) potrebbero essere meno rilevanti nei prossimi anni". Exane, invece, ha rivisto al ribasso il giudizio su Tim a "underperform".

Intanto, secondo quanto riferisce l'agenzia Radiocor, domani Labriola presenterà ai consiglieri in una riunione informale vari scenari per il futuro piano industriale di Tim. Le ipotesi si fondano sulla separazione di rete e servizi e non si esclude la possibilita' di separare, oltre alle due società Netco e ServiceCo, altri asset. L'incontro di domani informale precede il cda fissato per 21 quando Labriola dovrebbe essere nominato amministratore delegato. Il 25 gennaio, inoltre, Labriola dovrebbe incontrare i sindacati di categoria, mentre il 26 e' calendarizzato un altro consiglio di amministrazione di Tim; il 2 marzo e' infine atteso ufficialmente il nuovo piano industriale.