Economia
Trump inarrestabile, Europa e Cina tremano, solo Putin e Kim Jong-un sorridono
I cambiamenti e i rischi della politica estera Usa con il tycoon alla guida del paese
Trump inarrestabile, Europa e Cina preoccupate
Ormai nemmeno i giudici, quelli della Corte Suprema ( alcuni eletti durante la presidenza Trump) sembrano essere decisi a fermare il tycoon verso la nuova corsa alla presidenza degli Stati Uniti. I sondaggi gli sono favorevoli e il suo sfidante, seppur gagliardo e forte dei risultati della Bideneconomics , francamente non sembra impensierirlo. Mentre molto più impensieriti sono i Governi stranieri che temono qualche scelta improvvisata del potenziale nuovo presidente. Ex presidente che non ha nascosto qualche sua idea “preoccupante” sulle sue possibili azioni in caso di vittoria. Le linee guida indicate da molti osservatori affinché l’America rimanga leader del mondo si basano su due pilastri: un sempre maggior legame con l’Europa attraverso la Nato, e la difesa delle basi statunitensi in Asia per limitare la Cina e soprattutto le spinte di alcune potenze tra cui la Russia per influenzare Medio Oriente e Asia Centrale. Ebbene Joe Biden ha chiara l’idea di seguire queste linee mentre Trump non fa mistero di voler cambiare drasticamente rotta.
Trump inarrestabile, preoccupanti segnali di cambi nella politica estera americana
E i segnali preoccupanti si stanno vedendo ogni giorno. Da un lato mentre il Presidente applaude l’ingresso della Svezia nell’Alleanza , dall’altro il tycoon incontra Orban, scomodo socio “Nato” e amico di Putin. Se il punto critico di Biden (a parte papere e cadute) è stato il ritiro frettoloso dall’Afghanistan ,i punti a favore sono stati molti in politica estera: dall'impegno nei confronti della NATO, alle nuove alleanze in Asia , agli aiuti militari all’Ucraina e al sostegno ad Israele. Un sostegno sempre condizionato però alla richiesta dei due Stati, palestinese e israeliano. Nella presidenza Trump invece sono stati cancellati gli accordi internazionali sul cambiamento climatico ( ripristinati da Biden e che sarebbero ancora a rischio), sullo spiegamento di truppe, sul commercio e sulle armi nucleari. Ed ancora più inquietante è che il tycoon si è avvicinato pericolosamente a Putin e al dittatore nord-coreano.
Trump inarrestabile, le ultime "sparate" che fanno venire i brividi
Le recenti frasi di Trump (si spera solo da campagna elettorale), fanno venire i brividi: la Russia puo’ fare quello che vuole con l’Ucraina, la guerra la faccio finire in 24 ore, che fare di membri Nato che non pagano, basta aiuti esteri ma solo prestiti. Una prospettiva da incubo per molti Governi soprattutto considerando che non potendo più essere rieletto, il nuovo Presidente, per compiacere gli elettori, potrebbe sconvolgere regole internazionali importanti, rompendo molte relazioni con gli alleati europei. E poi i dazi sulle auto. Trump potrebbe chiedere dazi sull’import di auto europee del 10% in generale ed ancora di più su quelle cinesi e sui prodotti cinesi in generale. In fondo come farebbe a dare senso al suo MAGA (Make America Great Again). Insomma pugno di ferro contro gli alleati e su tutta la supremazia cinese ( che il tycoon ha sempre detto di voler ridimensionare) e strizzatina d’occhi ai dittatori come Putin e il nordcoreano che ai tempi si era detto “innamorato”. Ripartirebbero le strette sugli immigrati clandestini visto che in questi anni il problema è aumentato e Trump ne ha potuto fare una lama di coltello da usare contro il suo rivale. Certo nel paese polarizzato una parte vuole il ritorno del leone Trump, ma l’altra parte e soprattutto il mondo attorno al Nordamerica è inquieto e preoccupato di un suo ritorno. Vi è un solo problema: nessuno è in grado di evitare che queste elezioni cosi importanti scivolino in un baratro di cui non si conosce la dimensione.
Il presidente argentino, l'ultraliberale Javier Milei, può aspettarsi un rapporto più stretto. Il magnate immobiliare ha parlato di lui in termini entusiastici e ha promesso di visitare l'Argentina. Invece, riprenderebbe l’ostilità verso Cuba. Durante il suo mandato, Trump ha concluso il riavvicinamento verso l’isola avviato all’epoca del suo predecessore, Barack Obama.