Economia
Trump, più è colpevole più ottiene fondi dai super miliardari americani
Dopo il verdetto "storico" in un solo giorno sono stati raccolti oltre 50 milioni di dollari. Qualche nome
Trump, una macchina per raccogliere fondi
Donald Trump sembra sempre più una macchina attira soldi. Un’attrazione fatale tra il tycoon e i multimilionari americani. Un fiume in piena che, dopo pochi minuti, ha travolto persino la piattaforma online di donazioni. 50 milioni di euro raccolti in sole 24 ore. Un qualcosa che mai, insieme pure alla condanna penale, si era visto nella storia di un ex presidente. Aldilà del volume di danaro raccolto, la sorpresa sta pure nella provenienza di gran parte dello stesso, infatti non solo piccoli e numerosi contributi privati ma quello “pesante” dei miliardari che dopo Capitol Hill lo avevano abbandonato. Personaggi allettati dalle promesse del tycoon e disinteressati dai suoi problemi con la giustizia o dai suoi impegni con gli americani come futuro presidente. Dopo la condanna per tutti i 34 capi di imputazione Trump si è scagliato contro giudici e Biden al grido di corrotti e fascisti , ma, subito dopo è andato ad un evento nel cuore della ricchezza di Manhattan, nell’ Upper East Side.
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Trump, agli eventi di raccolta fondi nel cuore di Manhattan
E lì, tra i tanti invitati paganti, si è visto Steve Schwarzman, il cofondatore del gruppo Blackstone. Il miliardario, con un patrimonio da 41 miliardi di dollari, è una vera e propria icona della ricchezza americana. All’epoca dei fatti di Capitol Hill aveva lasciato il repubblicano e sostenuto Joe Biden. Adesso, senza nemmeno troppo nascondersi, attacca il Presidente sull’economia, sui migranti e sulla politica estera. E senza mezzi termini sostiene “Ho intenzione di votare per il cambiamento e sostenere Donald Trump come presidente”. E poi c'è la lobby ebrea. Un gruppo di miliardari che sanno che il tycoon è , senza se e senza ma , a favore di Benjamin Netanyahu e del suo Governo. Un altro “peso da novanta” è Omeed Malik, numero uno di 1789 Capital, che a proposito della condanna di Trump ha detto che “ è vittima di persecuzione politica e questo verdetto avrà un impatto meno che nullo sul mio sostegno”. In un altro dei tanti eventi, questo in un prestigioso hotel della Fifth Avenue, di fronte a Central Park, i miliardari intervenuti hanno detto che nessun verdetto contro l’ex presidente avrebbe cambiato il loro voto al repubblicano.
Trump, i miliardari credono alle promesse del tycoon
Molti osservatori sono così concordi nel ritenere che l’impegno democratico degli americani non sia molto radicato come si pensi. I super ricchi, gli imprenditori, che sanno molto bene cosa sta succedendo, non sono stupidi e nell’arco di 4 anni hanno cambiato idea a 360 gradi. Dal colpevolizzare Trump sull’assalto al Campidoglio sono passati a dichiarare eterna fede al Presidente, costi quel che costi. Lo stesso Elon Musk, uomo da 200 miliardi di dollari, sul verdetto di colpevolezza ha detto: “Oggi è stato arrecato un grave danno alla fiducia del pubblico per quanto riguarda sistema giuridico e penale. Se un ex presidente può essere condannato per una questione così banale, motivata dalla politica e non dalla giustizia, allora chiunque rischia lo stesso destino”. Altra giravolta anche da Nelson Peltz, socio fondatore di Trian Partners, quando ha dichiarato che voterà nuovamente per lui dopo anni in cui lo aveva criticato pesantemente. Un altro miliardario uscito allo scoperto sul voto a Trump è il fondatore e amministratore delegato di Pershing Square Capital Management, l’ebreo Bill Ackman, che sul verdetto ha dichiarato “quello di oggi rappresenta il culmine di un processo legale che si è piegato alla volontà politica degli attori coinvolti: un pubblico ministero di sinistra, un giudice partigiano e una giuria che riflette una delle enclavi più liberali degli Stati Uniti, il tutto nel tentativo di 'catturare' Donald Trump."
Trump, la lobby ebrea e il record di raccolta fondi
Miriam Adelson, nata in Israele, vedova del miliardario dei casinò Sheldon Adelson, intende svolgere un ruolo importante nel finanziamento di Preserve America, un comitato di azione politica pro-Trump fondato durante la campagna di rielezione dell'ex presidente nel 2020 , secondo Politico. Gli investitori tecnologici David Sacks e Chamath Palihapitiya che organizzano una raccolta fondi nella Silicon Valley prima ancora del verdetto avevano dichiarato "C'è ora solo una domanda in queste elezioni: se il popolo americano tollererà che l'America diventi una Repubblica delle banane". Solo in aprile il repubblicano aveva raccolto ben 76 milioni di dollari in aprile (50 solo dai miliardari), contro i 51 milioni di Biden. Trump ha raccolto più di 50 milioni di dollari in un singolo evento con i miliardari all’inizio di quel mese. Anche dai petrolieri il tycoon ha ricevuto montagne di soldi con la promessa, nemmeno troppo velata, di revocare le normative ambientali, accelerare le approvazioni di permessi e locazioni e migliorare i benefici fiscali dell’industria petrolifera e del gas. Pure i produttori di auto a benzina sono con lui visto la volontà di tenere lontane le elettriche cinesi. E tutto questo Trump lo sta facendo senza alcuna remora e alla luce del sole. Nel frattempo attacca Biden dicendo che è il Presidente più stupido e corrotto della storia americana. Se lo dice lui.