Economia
L'Ue vuole arginare lo strapotere di Shein. Ma il colosso cinese punta alla Borsa di Londra
La piattaforma cinese di e-commerce a basso costo (nel 2023 vendite cresciute del 55%) finisce nel mirino della Ue e lavora sottotraccia per sbarcare nella City
L'Ue vuole arginare lo strapotere di Shein. Ma il colosso cinese punta alla Borsa di Londra
Avete mai comprato qualcosa su Shein? Se la risposta è negativa, sappiate che potreste essere tra i pochi ultimi rimasti a non aver ancora fatto shopping sulla piattaforma cinese di e-commerce più discussa del momento. Già, perché insieme a Temu e AliExpress, questa azienda di vendita online di fast fashion fondata nel 2008 da Chris Xu a Nanchino è finita nel mirino dell'Unione europea. Colpa – si fa per dire - della valanga di prodotti comprati dai clienti europei. Ordini che, quasi sempre, hanno un valore inferiore ai 150 euro, soglia massima attualmente imposta da Bruxelles oltre la quale sono previsti dazi doganali per gli acquisti online. Ebbene, la continua crescita di Shein e soci ha spinto l'Ue ad alzare barricate per frenare il boom del made in China, limitare l'afflusso di mercanzia a basso costo e, presumibilmente, per equilibrare la concorrenza. In attesa di capire che cosa accadrà, Shein Group può crogiolarsi diffondendo i suoi ultimi numeri. Numeri che interessano anche l'Italia.
I numeri (in costante crescita) di Shein
Basta dare un'occhiata ai risultati annuali pubblicati da Infinite Styles Ecommerce Co, società di Shein registrata in Irlanda, per capire di cosa stiamo parlando. Nel 2023 le vendite sono cresciute del 68%, raggiungendo i 7,684 miliardi di euro. L'utile, al netto delle imposte per l'entità registrata a Dublino, è più che raddoppiato, passando dai 45,8 milioni di euro del 2022 agli attuali 99,5 milioni. L'utile lordo per l'anno citato ha invece toccato quota 314 milioni, in aumento rispetto ai 172 milioni del 2022. Fondata in Cina nel 2008, Shein ha oggi la sua sede centrale a Singapore e la sede centrale per Europa, Medio Oriente e Africa, nella capitale irlandese. Infinite Styles Ecommerce Co Ltd ha, a sua volta, filiali in Belgio, Francia, Germania, Italia e Polonia.
Da quanto emerso dagli ultimi documenti, l'azienda ha pagato 18,4 milioni di euro di tasse, in aumento rispetto ai 5,8 milioni di euro del 2022; ha poi raddoppiato il numero dei dipendenti, portandolo a 24, e la sua massa salariale del 2023 è stata di 5,5 milioni di euro. Il mese scorso la filiale britannica di Shein ha dichiarato vendite per 1,55 miliardi di sterline (2 miliardi di dollari) nel Regno Unito, il suo terzo mercato più grande dopo gli Stati Uniti e la Germania. Shein sostiene di aver contribuito al pil europeo per un valore di 1,1 miliardi di euro e di aver sostenuto oltre 6.100 posti di lavoro tra Francia, Polonia e Italia. A proposito dell'Italia, l'azienda sostiene di aver generato un valore aggiunto lordo al pil di 302 milioni di euro, comprendente 185 milioni di contributi diretti e indiretti, e 98 milioni di collaborazioni con vari fornitori italiani in ambiti di logistica e distribuzione di servizi.
Schein: obiettivo Londra
Mentre l'Ue, come detto, studia una mossa per strozzare gli e-commerce cinesi, Shein continua a lavorare in sordina per sbarcare nella Borsa di Londra. Un anno fa il gruppo, che ambiva a quotarsi alla Borsa di New York (ambizione stroncata dai legislatori statunitensi) era stato valutato 66 miliardi di euro in un round di raccolta fondi. Adesso la piattaforma di e-commerce starebbe preparando una nuova ipo tutta europea, valutando però di chiedere alle autorità di regolamentazione del Regno Unito di derogare le regole di quotazione, secondo le quali almeno il 10% delle azioni di una società devono essere vendute al pubblico. Reuters ha scritto che l'azienda starebbe valutando di chiedere la revisione di questo passaggio per agevolare la propria ipo. In caso di fumata bianca, l'ipo potrebbe raggiungere un valore di 6,6 miliardi di dollari. In ogni caso, alla fine del 2024 i ricavi di Shein dovrebbero raggiungere i 50 miliardi di dollari, con un confortante +55% su base annua. Un buon biglietto da visita per presentarsi nella City. Dazi di Bruxelles e polemiche permettendo...