Economia

Un'altra brutta tegola per Matteo Arpe: muore "L'Autre Chose"

di Andrea Giacobino

Dichiarato il concordato pieno liquidatorio per la società marchigiana che produce abbigliamento, accessori e calzature per donna

L’Autre Chose, liquidazione dopo la mancata cessione dell’intera azienda in funzionamento

Brutta fine per L’Autre Chose, società marchigiana nata nel 1959 che produce abbigliamento, accessori e calzature per donna, di cui la Sator di Matteo Arpe e il suo fondo detengono il 95% mentre il restante 5% è del direttore creativo Nicolò Beretta, fondatore di Giannico, l'altro marchio di proprietà.

Qualche giorno fa, infatti, Sara Marzialetti, giudice delegato del tribunale di Fermo, ha nominato Claudio Cannella commissario dell’azienda di cui è stato dichiarato il concordato pieno liquidatorio convocando i creditori il prossimo 3 ottobre per l’esame dello stato passivo.

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La procedura fa seguito a un’assemblea straordinaria dei soci di L’Autre Chose che ha deliberato lo scioglimento anticipato dell’azienda e, appunto, la proposta di concordato pieno liquidatorio poi accolta dal tribunale.

L’amministratore unico Stefano Palmieri ha spiegato ai soci che la drastica decisione è stata presa perché “non è intervenuta la programmata cessione dell’intera azienda in funzionamento, cessione indispensabile per il risanamento della società e che era stata posta alla base del piano di concordato in continuità depositato l’1 giugno 2022”. Il concordato, teso a salvare i 70 posti di lavoro, era stato autorizzato dallo stesso tribunale.

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Il bilancio di L’Autre Chose chiuso a marzo dello scorso anno evidenzia un patrimonio netto negativo per oltre 14 milioni di euro e 15,2 milioni di debiti a fronte di ricavi per poco più di 2 milioni. Arpe entrò nel capitale esattamente dieci anni fa (2013) rilevando poi progressivamente le quote della famiglia Boccaccini.