UniCredit alla guerra con Facebook. Mustier apre il dossier acquisizioni
Prima di fare shopping, probabilmente in Italia, il gruppo potrebbe cedere altri immobili o anche la quota in Mediobanca. Facebook bacchettata sull’etica
Viste le dimensioni di Unicredit, la razionalizzazione portata avanti a livello di filiali e la pulizia di bilancio tuttora in corso è difficile immaginare che il gruppo possa farsi tentare dall’entrare in partite delicate come Banca Carige o Mps. Piuttosto si potrebbero pensare ad acquisizioni mirate per migliorare la sua offerta al segmento delle Piccole e medie imprese, oppure per rafforzarsi in ambito Fintech: Unicredit è del resto tra le 10 banche europee che hanno dato vita al consorzio We-Trade per svilupapre la blockchain e le tecnologie ad essa connesse in modo da aumentare la trasparenza e l’efficienza dei servizi finanziari.
A proposito di tecnologia: nel corso della conference call Mustier non ha risparmiato una “bacchettata” a Facebook. Finché il social network, che secondo alcuni starebbe cercando da settimane di convincere grandi istituti americani come Jp Morgan Chase, Wells Fargo e Citigroup a fornirgli l’accesso alle informazioni della clientela, non avrà un comportamento “eticamente accettabile”, Unicredit non avrà più alcun tipo di rapporto commerciale.
Niente più sponsorizzazioni, dunque, una decisione su cui ha pesato lo scandalo Cambridge Analytics: “Facebook aveva garantito che non avrebbe usato i dati dei suoi utenti e invece lo ha fatto”, al contrario di Unicredit, che “non condivide i suoi dati con nessuno” ha tenuto a sottolineare Mustier. Il divieto non vale peraltro per la fanpage dell’istituto, che vanta oltre 550 mila “like” ed è puntualmente aggiornata.
Luca Spoldi